
Renazzo, domenica pomeriggio è andata in scena la simulazione di un allarme esplosione all’interno delle ex scuole
CENTO
Il fumo, il buio, la campanella che suona due volte e un grido d’aiuto dalla ex scuola di Renazzo. Domenica è iniziata così la speciale esercitazione organizzata da Renazzo Soccorso per testare il lavoro da parte dei volontari ma anche degli istruttori e insegnanti e tutta la formazione annua. Stavolta pensando a uno scenario di maxi emergenza, come una esplosione dentro a una scuola, che ha visto lavorare 60 persone tra volontari, medici e infermieri di cui 40 di Renazzo Soccorso, un bel gruppo della pubblica assistenza de La Sorgente di Bologna e una componente di Anc alto ferrarese gruppo cinofili. "La cosa bella è stata l’unione tra noi e il lavoro di squadra che si è fatto con anche con La Sorgente – dice Riccardo Fortini, presidente di Renazzo Soccorso che ha ideato la cosa con il coordinatore Alessandro Graniti - il gruppo è stato unito, hanno lavorato in sinergia tra di loro, tutti insieme e sono riusciti a gestire varie situazioni, dal ferito a pancia in giù dove serviva un certo tipo di attrezzatura fino a quello più complesso per il quale era prevista, finta, l’intubazione, e che si trovava al piano superiore della scuola. Ovviamente qualcosa da affinare c’è sempre ma a livello formativo siamo stati molto contenti". Otto le scene davanti alle quali si sono trovati ad operare.
"Avevano patologie diverse, dal trauma cranico semplice a quello commotivo, pneumotorace, fratture semplici ed esposte – prosegue – da quella più semplice a quella del paziente intubato, quindi non solo con determinati presidi traumatici, ma anche con l’utilizzo di un ventilatore polmonare, dal trasporto più semplice a quello che richiedeva più braccia, l’uso della spinale, di immobilizzazioni particolari, della presenza di scale e uso di strumenti come e monitor e defibrillatore. In più, operare al buio e con fumo, con l’utilizzo del caschetto con la luce e materiale che addosso e da trasportare dà peso e fastidio diventando anche sforzo fisico importante". Un’esercitazione importante perchè ha visto coinvolti anche i bambini e quindi l’emergenza pediatrica, difficile da vedere nelle simulazioni. "E’ andato tutto bene ma c’è sempre da migliorare perché il nostro obiettivo è imparare e crescere sempre – sottolinea – il nostro obiettivo di domenica, andato a buon fine era creare ancor più gruppo e valutare la formazione fatta in questi mesi. Credo che sulle maxi emergenze bisogna lavorare di più perché sono simulazioni che vengono fatte poco ma che possono capitare. Ci sarà da fare più esperienza sulla metodologia di gestire delle maxi-emergenze e il nostro intento è ora di riuscire ad organizzare due simulazioni all’anno".
Laura Guerra