Green pass obbligatorio, i tabaccai: "Perderemo i clienti"

La rabbia dei gestori di Ferrara: "Impossibile controllare e lavorare contemporaneamente, si rischiano code. Molti rimangono da noi soltanto per pochi secondi. Avanti così potrebbe anche tornare il contrabbando"

Un tabaccaio all’interno del suo negozio (foto Businesspress)

Un tabaccaio all’interno del suo negozio (foto Businesspress)

Ferrara, 26 gennaio 2022 - Dubbiosi e preoccupati. Si potrebbe riassumere così lo stato d’animo dei tabaccai ferraresi, alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per i clienti. Una misura che, in queste ore, sta facendo parecchio discutere. Mentre i referenti nazionali della categoria sono a colloquio con il governo per cercare di evitare tale disposizione (effettiva da martedì prossimo), in città il malumore cresce.

L’unico punto a favore è quello relativo alla sicurezza; per il resto, è una pioggia di critiche. "Nella teoria è una misura giusta sotto il punto di vista sanitario – sostiene Luca Mazzanti , dell’omonima tabaccheria di corso Giovecca – ma nella pratica è impossibile da mettere in atto". Quali sono, concretamente, gli ostacoli? Il primo è rappresentato dal tempo. Tanti clienti passano all’interno dei locali davvero pochi istanti, alle volte meno di un minuto: "Alcuni – riprende Mazzanti – entrano per comprare un biglietto dell’autobus mentre il mezzo è già qui davanti. Figuriamoci se dovessero anche farmi vedere il green pass".

La questione è, comunque, ingarbugliata. Perché il fattore temporale è leggibile anche dal verso opposto. Chi si reca in una tabaccheria per pagare una bolletta potrebbe, dato l’aggiuntivo controllo del certificato verde, creare involontariamente lunghe file all’esterno. "E chi oggi vuole un giornale, domani va in un’edicola all’aperto. Tradotto: perdiamo clienti".

L’idea del gestore del negozio di corso Giovecca è un po’ quella di tutta la categoria. A rincarare la dose, in tal senso, ci pensa Marco Borghi , presidente della Federazione italiana tabaccai di Ferrara: "È una norma incomprensibile – ammonisce – anche perché i nostri servizi, che durante il primo lockdown erano considerati indispensabili, ora non lo sono più. Temiamo code all’esterno, perdita di affari ma anche una netta virata di tante persone sul cosiddetto mercato di contrabbando. Nel caso non si arrivasse ad un accordo con il governo, è concreto lo spettro dello sciopero. Qui a Ferrara, tutti gli operatori del settore sono uniti sotto questo aspetto e pronti ad abbassare le serrande".

E c’è già, infatti, chi asserisce di aver sentito qualche avventore proporgli un accordo: "Ti mostro il Green pass la prima volta – avrebbe già detto più di una persona –, poi non me lo chiedi più, tanto sono sempre io". Patto rifiutato, ovviamente. Almeno per il momento. Gli ultimi giorni prima della rivoluzione, dunque, stanno trascorrendo colmi di tensione. E non fa differenza la dimensione del negozio: "Controllare il certificato e lavorare allo stesso momento è difficile – incalza Rita Bersanetti , della tabaccheria ‘Portici del teatro’ – anche perché il pagamento delle bollette, ad esempio, richiede attenzione".

Stesso pensiero della collega Marinella Massarenti (Tabaccheria Estense) che rincara la dose, domandandosi se il Green pass andrà controllato all’entrata o al banco. Dall’altro lato, però, i clienti paiono essere pronti e diversi stanno mostrando il codice sul cellulare anche già in queste ore. Ma la partita, a livello nazionale, è ancora tutta da scrivere.