Guerra, caro energia e rincari sui materiali "Aziende, a rischio 32mila posti di lavoro"

Secondo lo studio di Confartigianato sarebbero quasi settemila, in Provincia, le imprese coinvolte da questi flagelli. Cirelli: "Intervenga il Governo"

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Dopo la pandemia il conflitto in Ucraina. Dopo i rincari sui costi delle materie prime, la bolla speculativa sul carburante e l’impennata dei prezzi legati alle forniture energetiche. Quanto pesa tutto questo sul mondo produttivo ferrarese? A questa annosa questione cerca di dare una risposta, quanto meno per quello che riguarda le micro e piccole imprese fino a cinquanta addetti, l’ufficio studi di Confartigianato. La fotografia che ne emerge restituisce un quadro ben poco rassicurante. Sarebbero infatti quasi settemila (6.700, per la precisione) le imprese a rischio, per un corrispettivo, in termini di addetti superiore a trentaduemila unità. Tra i settori che in assoluto stanno risentendo maggiormente di questo combinato disposto particolarmente pericoloso, sono quello della metallurgia, delle costruzioni, del settore alimentare, della chimica e della logistica. Tra tutti, però, a soffrire maggiormente sotto il profilo dei ricavi, è il comparto dei trasporti. Sia merci, ma soprattutto il trasporto di persone, tra i primi settori che hanno subito i primi stop durante il lockdown all’indomani dello scoppio della pandemia. Ancora una volta, i dati ci vengono in aiuto. Sempre dall’indagine elaborata dal centro studi dell’associazione di categoria, emerge che, nella nostra provincia, ci sia già un ammanco in termini di ricavi quantificabile attorno agli otto milioni e mezzo di euro. A generare queste perdite concorrono senz’altro una serie di fattori, legati anche alla mancanza di manodopera, ma certamente l’impennata sui prezzi del gasolio, rischia di essere la mazzata finale per un settore strategico. A commentare i dati elaborati dall’associazione, è il segretario provinciale di Confartigianato Paolo Cirelli. "Lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina ha colto anche le imprese ferraresi in una delicata fase di transazione post pandemia – così Cirelli – ingigantendo a dismisura gli effetti, già molto gravi, della crisi energetica e le strozzature di offerta delle filiere globali. Le violente sollecitazioni in aumento sui prezzi delle materie prime, fonti energetiche, carburanti indotte dal conflitto mettono a rischio migliaia di imprese e con esse decine di migliaia di posti di lavoro". Secondo il segretario provinciale,"le carenze di materie prime provenienti dai territori in conflitto incidono negativamente sull’intera filiera produttiva dei metalli, delle costruzioni e dell’agroalimentare mentre il caro carburanti colpisce in modo pesante il trasporto merci e persone".

Su quest’ultimo settore, il numero uno di Confartigianato si spinge a una riflessione anche in ordine alle misure varate dall’attuale Esecutivo. "È apprezzabile l’impegno profuso del Governo nel Decreto Ucraina – rimarca – ma riteniamo siano necessarie ulteriori misure per attenuare l’impatto dei rincari di energia e carburanti sulle piccole imprese che, solo nell’ultimo anno, a Ferrara pagano un maggior costo dell’energia elettrica di oltre 44 milioni di euro, rispetto alla media dei competitor tedeschi e francesi".

Le proposte. "Per contrastare gli effetti della crisi – prosegue Cirelli – Confartigianato ha proposto recentemente alle commissioni riunite di Finanze e Industria del Senato, che alle piccole imprese non energivore sia esteso, fin dal primo trimestre 2022, il credito di imposta per l’acquisto di gas ed elettricità come già previsto per le grandi imprese. Inoltre in tema di ammortizzatori sociali, sollecitiamo il rifinanziamento di prestazioni straordinarie anche per le imprese artigiane dei settori e delle filiere colpite dalla crisi in corso". Infine, per le imprese di trasporto merci, il segretario di Confartigianato considera "prioritario che le ingenti risorse stanziate con il fondo di 500 milioni, arrivino velocemente alle imprese che stanno subendo pesantissimi effetti dall’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante". Da una stima di massima, alle imprese ferraresi del settore, dovrebbero essere erogati qualcosa come quattro milioni di euro.