"I comunisti, il ruolo del Pci e le parole della Dc Tina Anselmi"

Fiorenzo Baratelli risponde a Giorgio Fabbri sottolineando il ruolo dei comunisti nella storia italiana e difendendo la loro partecipazione alla resistenza e alla democrazia.

Caro Carlino,

con la presente rispondo alla lettera del signor Giorgio Fabbri, pubblicata il 3 maggio scorso. Penso che quando si ragiona di storia reale bisognerebbe partire dai fatti e non farsi prendere la mano da valutazioni che non c’entrano con ciò che è accaduto, poiché si tratta di semplici proiezioni fantastiche. Come sono andate le cose nella realtà di quegli anni? I comunisti sono stati tra i massimi protagonisti della resistenza insieme ad altre formazioni partigiane di diverso orientamento. I massimi dirigenti del Pci sono stati tra gli estensori della Carta Costituzionale, la quale tra le firme finali porta quella del comunista Umberto Terracini. Nel proseguio della storia della Repubblica tutti i tentativi di colpi di Stato sono stati organizzati dalla destra estrema, mentre il Pci ha sempre difeso la Costituzione che è la base della nostra democrazia e garanzia di tutte le libertà. Nei terribili anni settanta, a fronte dell’attacco del terrorismo rosso e nero, il Pci era in prima fila a difendere le Istituzioni e la libertà. Ovviamente, non era solo, ma insieme all’intero arco costituzionale, ai sindacati e all’Associazionismo democratico. Domando: che senso ha attribuire ai comunisti un’intenzione che non ha nessun riscontro né nei documenti politici di quegli anni, né negli atti concreti? La ‘schiettezza romagnola’ di Adone Zoli (politico e partigiano che rispetto) non è qualità che impedisca di per sé di esporre semplici slogan espressione di una propaganda tipica degli anni della ‘guerra fredda’. Conclusione. La storia è cosa drammatica e complessa. Ripensarla criticamente richiede serietà e rigore. C’è la posizione di Adone Zoli che Giorgio Fabbri riporta. Potrei ricordare la posizione più vera ed equilibrata di tanti democratici non comunisti che la pensavano in modo opposto e che collaborarono senza problemi con i partigiani comunisti. Molti di costoro appartenevano alla Dc, il partito di Adone Zoli. Faccio solo un nome, quello di una partigiana coraggiosa, dirigente della Dc e grande donna della nostra Repubblica: Tina Anselmi. Grazie,

Fiorenzo Baratelli