"Igor in Italia? Deve rimanere lontano da qui"

Marco Ravaglia, agente scampato alla furia omicida di Feher, commenta la richiesta di estradizione: "Fatti gravi, la Spagna non lo lascerà"

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Sono bastate poche parole piovute dalla Spagna per gettare altro sale su una ferita che non si rimarginerà mai. È un miscuglio di rabbia e dolore quello con cui Marco Ravaglia, agente di polizia provinciale, ha accolto le ultime dichiarazioni di Norbert Feher, alias Igor il russo, il pluriomicida serbo detenuto a Madrid dopo aver steso una scia di sangue e terrore tra il Mezzano e la Spagna. "Voglio scontare la pena in Italia, estradatemi" ha fatto sapere il serbo attraverso il suo avvocato. Uno sfregio per chi, come Ravaglia, sotto i colpi di pistola esplosi da Igor ha perso l’amico Valerio Verri, rischiando di condividerne il tragico destino in quel maledetto 8 aprile del 2017 a Trava di Portomaggiore. Quel pomeriggio l’agente di polizia provinciale rimase aggrappato alla vita con tutte le sue forze, sopravvivendo per un soffio alla lucida furia omicida di Feher. La sparatoria in cui perse la vita la guardia ecologica volontaria Valerio Verri arrivò a una settimana esatta da un altro omicidio ‘firmato’ dal killer. Quello di Davide Fabbri, barista di Budrio, nel Bolognese. Dopo i fatti del Mezzano Igor sparì, per poi essere catturato in Spagna il 14 dicembre del 2017. Per i delitti italiani Feher è stato condannato all’ergastolo. In Spagna, 25 anni per i primi due omicidi ed ergastolo per il terzo.

Ravaglia apprende dalla stampa della richiesta di estradizione Igor. "Stavo meglio prima – ammette raggiunto al telefono dopo la lettura dei giornali –. Per quanto creda fermamente nelle nostre istituzioni, la sua scelta di voler tornare in Italia mi suscita pensieri non belli. Non vorrei che, una volta qui, potesse sfruttare le sue numerose conoscenze e connivenze per qualche fine. Mi auguro e auspico che rimanga dov’è, a svariate migliaia di chilometri da noi". L’agente non si aspetta però che la Spagna assecondi tanto facilmente l’istanza del detenuto. "Sono convinto che non lo ‘molleranno’ – ragiona –. Almeno finché non avrà scontato tutto quello che deve scontare per i crimini commessi in territorio iberico. Ricordiamo che là ha ucciso un cittadino e due agenti della Guardia Civil. Vista la gravità dei fatti, dubito fortemente che lo lascino venire in Italia". Al di là di quello che sarà l’esito della richiesta (ancora non formalizzata), la semplice intenzione del killer ha riportato prepotentemente a galla l’incubo di cinque anni fa. "Il solo leggere la notizia mi ha rovinato la giornata – confessa Ravaglia –. Ogni giorno convivo con i miei fantasmi. E ora, come se non bastassero, se ne è aggiunto un altro".

Federico Malavasi