"Il cuneo salino a 30 km dal mare Così ’bruciano’ le nostre terre"

Il grido d’allarme degli agricoltori del Mezzano, i segni dell’avanzare del mare fino ad Ostellato. Rocchi, imprenditore storico: "Rischiamo di perdere la produzione, abbiamo davanti una partita cruciale"

di Mario Bovenzi

Nelle stoppie del grano appena tagliato c’è una chiazza di terreno screpolato, le zolle sembrano più chiare. E’ arrivato fino a lì, a quasi trenta chilometri dal mare nella sconfinata pianura del Mezzano, il cuneo salino. Nino Rocchi, 69 anni, titolare con la socia Alice Naldi dell’azienda agricola Corte Roma nel cuore delle valli, scuote il capo. "Qui c’era il mare tanto tempo fa e siamo abituati a lottare con la presenza di sale, ma da due anni il fenomeno è in costante aumento. Siamo molto preoccupati, ci stiamo giocando un’annata. Se la produzione viene a mancare si spezza tutta la filiera. Siamo davanti ad una partita cruciale", forte l’apprensione di Rocchi, agricoltore da una vita. "Sono figlio di contadini", dice con orgoglio lui che ha trasformato un pezzo di terra in un colosso verde che porta il pomodoro dal Mezzano in tutta Europa. L’idea è stata semplice, quella di unirsi. Così è nata Agridelta, poi ’Op Ferrara’ e nel 2000 ’Le due valli’, leader europea nella produzione di concentrato di pomodoro biologico. Aziende che hanno le radici in quei 18mila ettari di territorio incontaminato nella nostra provincia e che da lì, con quelle bottiglie di polpa rossa che sembrano contenere il sole, hanno varcato i confini. "Adesso facciamo solo pomodoro biologico – precisa –, il 70% della produzione va all’estero". Non solo conserve e polpa pronta. Con un’altra società di agricoltori, Cerealbio, producono cereali e soia, anche in questo caso rigorosamente ’verdi’. Una prova di quello che il sudore della fronte può far nascere in una tavola di terra, circondata da un canalone che si chiama ’Circondariale’. L’acqua e la vita arrivano da lì, con un sistema di idrovore che consente di trattenere l’oro blu, di non farlo finire in mare per tornare a nutrire i campi. Ma adesso c’è il cuneo salino, granelli bianchi che brillano anche lungo le capezzagne. "Abbiamo un sistema di monitoraggio che controlla costantemente la situazione del cuneo – precisa –. Non dobbiamo andare oltre il 3 per mille della concentrazione di sale. Quando arriviamo a quella soglia dobbiamo fermarci, smettere di irrigare altrimenti si brucia tutto. Il sale è la morte dei campi. Adesso siamo alla soglia del 2". Quando si supera quel tetto le imprese hanno un’autonomia di 15 giorni, poi i rubinetti si chiudono. In questo periodo così lungo, la battaglia contro la siccità viene portata avanti dagli agricoltori con il Consorzio bonifica pianura di Ferrara, guidato da Stefano Calderoni. Stanno facendo i salti mortali per dare acqua ai campi e, con l’acqua, per cercare di allontanare il sale che filtra dal terreno. "Il consorzio sta portando avanti un grande lavoro – racconta –. Siamo riusciti con un sistema di pompe a conservare l’acqua, per evitare che vada dispersa in mare. Solo buttando acqua nei campi, nel terreno si riesce a frenare l’azione del sale tenendo bassa la percentuale". Rocchi, la sua è la voce degli agricoltori che hanno trasformato il Mezzano, chiede interventi reali, concreti. Come gli invasi. "Grazie a queste opere – la sua ricetta – potremmo conservare una massa imponente d’acqua, sarebbe la parola fine ai problemi di tutto un mondo imprenditoriale". Ma gli invasi sono solo una promessa della politica per ora, mentre il sale avanza. Quasi una maledizione. "Prima il Covid, poi la guerra, adesso la siccità. Un’altra tegola, la nostra lotta non sembra avere mai fine". Parole amare, come quei granelli che un po’ luccicano sul terreno. Una prima mazzata già c’è stata, la produzione del grano quest’anno è calata in una delle terre più fertili della provincia del 20%. "Il problema è grave quando si parla di grano – conclude –. Stiamo assistento a forti fibrillazioni dei mercati con aumenti che peseranno sugli scaffali e sulla popolazione. Alla fine si rischia di innescare un problema di ordine sociale".