Il faro torna ad illuminarsi I segnali della rinascita

La grande mareggiata, pesantissimi i danni nei cantieri navali di Gorino. Il gestore del porto turistico: "Dobbiamo prepararci perché succederà ancora"

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di Mario Bovenzi

Una scia di danni ha lasciato dietro di sé la mareggiata, macerie tra le quali emerge il desiderio di ripartire. Oggi riapre il faro di Goro, la struttura che Erik Scabbia ha acquistato dal demanio per strapparla al degrado. Allagamenti, camere devastate, uno scenario denso di ombre. Scabbia in poche giorni ha sistemato il faro che oggi torna ad aprire le porte.

La prima stima dei danni parla chiaro, almeno 20mila euro. Ma i calcoli al cantiere navale di Gorino li faranno solo alla fine, quando verranno fatti i controlli alle strumentazioni e alle infrastrutture. Per ora – mentre le dita battono sui tasti della calcolatrice che traduce in cifre le follie del tempo – un’ondata di 60-65 centimetri d’acqua aveva invaso i capannoni, gli uffici, il negozio, mandato in tilt le centraline elettriche, danneggiato motori da barca e i trattori usati per il traino dei natanti, le gru. La Nautica Commerciale Cn3c, in via Al Mare 1, rappresenta una realtà con esperienza decennale. Tra i target ci sono i pescatori di molluschi e i produttori di mitili. La titolare è una donna, Cinzia Tosin. "Come abbiamo fatto a ripartire? Tanto olio di gomito, ci siamo messi subito al lavoro con i nostri dipendenti, i parenti ci hanno dato una mano. Ci hanno aiutato pure i pescatori, molti di loro sono degli amici – racconta –. Un fiume di 60 centimetri si era riversato sul piazzale e aveva allagato tutto, il nostro lavoro, i nostri sacrifici". Il sindaco di Goro, Maria Bugnoli, segue la situazione da vicino. Già nell’immediatezza della mareggiata aveva un quadro della situazione, da una parte quello che si era salvato nel suo paese e dall’altra quello che era finito sotto. A cominciare dal porto, protetto dai sacchetti di sabbia e da qualche preghiera che il tempo girasse almeno al meglio. "Ci ha contattato il Comune – riprende – per avviare la pratica e avere un primo risarcimento. Vedremo cosa succederà, è stata una mazzata". Il mare è il suo universo, un universo che da martedì 22 novembre non riconosce più. "Una mareggiata così alta non si era mai verificata. Ormai il clima è impazzito, da anni il livello del mare sale, la terra si abbassa", dice Marco Ricci da due anni responsabile della Marina di Goro, porto turistico del demanio in concessione dalla Provincia. Alla Marina ci sono 400 posti barca. "Qui si è abbattuta l’onda – quella che il sindaco di Comacchio Pierluigi Negri ha definito ‘piccolo tsunami’ – che ha spazzato via tutto quello che si trovava davanti. Uffici allagati, mobili gonfi d’acqua, un muro di detriti, saltati gli impianti elettrici. "Siamo riusciti a sistemare i danni più ingenti e a riaprire il porticciolo turistico – riprende –. Secondo i dati di 15 anni fa una situazione del genere era assolutamente imprevedibile". Si è salvato il ristorante, che non è stato raggiunto dalla marea. "Siamo ripartiti – precisa –. Lavoriamo in ufficio, i mobili gonfi d’acqua che mano a mano dovremmo buttare via e cambiare. Adesso dobbiamo prepararci, essere pronti perché succederà ancora. Ne sono certo".