Il sacrificio sul lavoro Vigile del fuoco morì per salvare una donna Caserma in suo nome

La cerimonia per intitolare il Comando di via Verga ad Alfredo Ricci. Nel 1900 tentò di strappare dal palazzo in fiamme una giovane. Alle celebrazioni di domani saranno presenti alcuni suoi discendenti.

Il sacrificio sul lavoro  Vigile del fuoco morì  per salvare una donna  Caserma in suo nome

Il sacrificio sul lavoro Vigile del fuoco morì per salvare una donna Caserma in suo nome

di Cristina Rufini

Tecnicamente lo cataloghiamo come ‘infortunio mortale sul lavoro’. Umanamente, oggi come allora, uno dei numerosi esempi del coraggio civile e dell’abnegazione al lavoro dei vigili del fuoco, così come siamo abituati a vederli quotidianamente, in qualsiasi situazione di pericolo o di emergenza. Lui, Alfredo Ricci, 35 anni, all’epoca non faceva parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, non esisteva ancora nel 1900, nascerà 39 anni dopo. Era un civico pompiere che quel 25 gennaio del 1900 non esitò a salire rapidamente una scala crochet, non proprio di ultima generazione, per salvare una donna affacciata a una finestra del secondo piano di un palazzo in fiamme, la quale stava disperatamente chiedendo aiuto. Ricci si arrampicò e quando lei gli si gettò addosso, purtroppo, entrambi precipitarono al suolo, in via Mazzini. Un volo di dodici metri che costò la vita subito a Bianca Pesaro, 36 anni, e dopo poche ore allo stesso Ricci. Al coraggioso vigile, che era sposato e padre di tre figli di sette, cinque e quattro anni, domani sarà intitolata la sede del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Ferrara, in via Verga. Una cerimonia fortemente voluta dal comandante provinciale, Antonio Giovanni Marchese, che personalmente ha fatto una lunga e articolata ricerca storica, per rintracciare alcuni discendenti del povero Ricci. E c’è riuscito. Alla cerimonia di domani, infatti, saranno presenti anche Paola e Claudia Dettori, che vivono in Liguria, di cui Alfredo Ricci è il trisnonno. Il pompiere, un po’ di anni dopo, il 18 luglio del 1967 fu insignito della medaglia d’argento al valor civile e sulla nota rivista La Domenica del Corriere fu pubblicata un’illustrazione del tentativo di salvataggio e della caduta fatale.

All’intitolazione di domani (ore 11) saranno presenti oltre al sindaco Alan Fabbri che parlerà per primo e al comandante provinciale Marchese, le autorità civili e militari della provincia, il sottosegretario al Ministero dell’Interno Emanuele Prisco, il capo del Dipartimento dei vigili del fuoco Laura Lega, il capo del Corpo Guido Parisi, il direttore regionale Carlo Dall’Oppio, i comandanti provinciali di Bologna, Modena, Rimini, Parma e Piacenza. Nel pomeriggio, invece, alle 14.45 ci sarà l’intitolazione della sede del Distaccamento di Comacchio a Paolo Franzoso, il vigile del fuoco morto a 53 anni, ad agosto del 2021, stroncato dal Covid. Franzoso, da 15 anni in servizio nel distaccamento di Comacchio, caporeparto, non riuscì a vincere la propria lotta contro il maledetto virus, dopo le tante vinte in soccorsi ed emergenze. Franzoso era anche segretario provinciale del Conapo. "Mi sembra ancora di vederlo in ufficio – ha spiegato commosso il comandante provinciale Marchese – quando ci incontravamo per parlare di questioni sindacali". La cerimonia di intitolazione sarà aperta dal sindaco di Comacchio, Pierluigi Negri.