
Imprese rosa e classifiche. Siamo il fanalino di coda: "No, virtuosi in regione. Una su cinque femminile"
di Mario Bovenzi
FERRARA
Al di là dei report ci sono donne che il traguardo, magari di un sogno, l’hanno tagliato. Che sono riuscite ad affermarsi in settori fino a qualche anno fa appannaggio maschile. Non senza sacrifici. Dall’agricoltura alla moda, testimonianze di chi ce l’ha fatta. "Anche se, appunto al di là dei numeri, molto c’è da fare nel terreno della parità tra uomo e donna", dicono, una sola voce.
C’è Silvia Salvi, guida un colosso che esporta in tutto il mondo piante di fragole, melo, pero e ciliegio. Salvi ricopre anche il ruolo di vice presidente dell’associazione ‘Le donne dell’ortofrutta’. Una tradizione di famiglia la sua, dal bisnonno – si chiamava Luigi – che nel 1891 con un carretto vendeva mele al mercato. Lavoro e sacrifici. "In generale – precisa Salvi, nata nel 1966 l’anno dell’alluvione a Firenze e nel Polesine – la parità nelle opportunità ancora non c’è, si tratta di un traguardo che ritengo sia ancora molto lontano. Tra l’altro in questa provincia che non spicca certo per dinamismo economico, la difficoltà di affermarsi si avverte con ancora maggior forza. Spesso – afferma l’imprenditrice, reduce con una cinquantina dei suoi dipendenti dalla bikenight – noi donne ci troviamo davanti ad un bivio, da una parte la famiglia e dall’altra la carriera. Che a volte siamo costrette a sacrificare, con la rinuncia degli obiettivi che volevamo raggiungere". Clarissa Righi, un sorriso radioso in quei pochi metri quadri di colori che si affacciano in via Garibaldi, ce l’ha fatta. "Sì, la titolare sono io", dice senza nascondere l’orgoglio per quel negozio che, lei che ha solo 24 anni, è diventato la sua vita. Magari dopo il fidanzato. "Lavoro anche domenica, ogni giorno sono qui. I sacrifici che ho fatto premiano, vendo sulla piazza di Ferrara e, grazie al web, in tutta italia". Il negozio si chiama ’Indelicatissimo’, dal cognome della madre Giusi Indelicato che ha un’attivita poco lontano, un negozio di abiti fatti su misura che gestisce da 20 anni. "I suoi vestiti vengono realizzati in un atelier, i miei sono di un’altra tipologia così non ci facciamo concorrenza". Ha studiato all’Ipsia, settore moda. "Era quello che volevo fare e, non lo nascondo, sta andando molto bene. Questo è il terzo anno, pago l’affitto e ho anche il mio guadagno. Lo devo alla forte presenza di turisti in via Garibaldi, se avessi aperto quando a governare erano le amministrazioni di sinistra, con una città così poco dinamica, non ce l’avrei fatta". Madre e figlia, ma è lei ad aver fatto da apripista. "Mia madre aveva il negozio in via Spadari, l’ho convinta io a trasferirsi in via Garibaldi". Anche il fidanzato lavora nel settore, fa il commesso. "Sono scelte", dice Clarissa.
Angelica Raimondi, 27 anni, la targa dell’Accademia dei Maestri Artigiani di Arti e Mestieri di Ferrara, è un po’ l’alfiere di questo esercito di donne che lottano per far uscire dal cassetto speranze e desideri. Ha creato un marchio nel mondo della moda, i suoi abiti nelle pagine patinate di Vogue. "La moda è un settore difficile, un mondo molto concorrenziale. Non è facile competere con i grandi marchi. Tra l’altro io mi sono fatta da sola. Ai giovani cosa dico? Di lottare per i loro traguardi ma con cognizione. Senza fare un salto nel vuoto di cui poi potrebbero un domani pentirsi".