Domani alle 21 alla Pandurera di Cento, protagonisti della serata saranno Claudia Gerini e Solis String quartet, in ‘Qualche estate fa’, ripercorrendo vita, poesia e musica di Califano.
Claudia Gerini, per lei è un ritorno giusto?
"Sì, ricordo una data molti anni fa con ‘Closer’. E’ una zona che mi mette allegria e che mi piace moltissimo e sono contenta di tornare perchè è molto tempo che non vengo dalle vostre parti".
Dal classico teatro ancora chiuso per i danni da sisma, alla moderna Pandurera con il pubblico solo in platea: si sente la differenza?
"Ci sarà forse più la vicinanza del pubblico, ed è bello perché dà ancor di più la sensazione che sono lì per loro. A me il pubblico piace sentirlo vicino. Certo, recitare sapendo che il teatro è ancora ferito dal sisma mi farà un effetto particolare: è una ferita dell’Italia, di tutti noi e fa pensare".
Cosa ci può raccontare dello spettacolo?
"E’ una passeggiata per le vie di Roma, nella poesia di Califano e la cosa carina è che introduco ogni brano con un breve monologo, trasformandomi ogni volta in una donna diversa. Omaggio Califano, canto e ne faccio un racconto molto intimo e con una romanità autentica. Lui ha dedicato tanta sua musica alle donne, raccontando la difficoltà dei rapporti, ispirato dal mondo femminile".
Che messaggio lasciano le sue canzoni e questo spettacolo, alle donne ma anche agli uomini?
"Era sempre alla ricerca dell’amore, in una lotta continua tra amore, impegno e libertà. Lascia questa grande tendenza all’amore in tutte le sue declinazioni, dalle più malinconiche a quello desiderato".
Tanto cinema, tv, al fianco di personaggi come Verdone, Mel Gibson, Keanu Reeves, ma poco teatro: e ora?
"La musica è la cosa più libera che c’è e la prosa mi dà un senso di grande nutrimento, con il pubblico che mi ascolta e che restituisce emozione. Il teatro mi dà un senso di libertà".
Laura Guerra