La Via Crucis torna in città dopo l’emergenza pandemica

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La prima Via Crucis dopo il lungo stop della pandemia, segnato da un altro capitolo di sofferenza: la guerra in Ucraina. Ed è stato proprio il conflitto nel cuore dell’Europa il fulcro delle parole di Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, l’altra sera. "La Via Crucis che abbiamo celebrato camminando insieme nella città – così Perego rivolgendosi ai fedeli – , sulle sue strade, tra le sue vie ci ha fatto rivivere il cammino di Gesù, con le sue sofferenze, i suoi incontri, la sua morte. Contempliamo il Crocifisso innocente. E il Crocifisso in quest’ora della storia, drammatica e incerta, dove respiriamo la guerra da vicino, dove l’informazione ci fa entrare nelle città distrutte, soffrire con le madri che perdono i figli, camminare con milioni di persone in fuga dell’Ucraina ci ricorda una sola cosa: Tu non uccidere. Tu non uccidere i più deboli. Tu non uccidere i fratelli e le sorelle. Tu non uccidere per difenderti. Tu non uccidere. Uccidere è l’esito della guerra, di ogni guerra, anche di questa guerra in Ucraina: una nuova guerra ingiusta". "Mai più la guerra – ha proseguito – mai più morti innocenti, mai più violenza lo ripetiamo davanti al Crocifisso, in questo Venerdì Santo che unisce al Crocifisso i tanti crocifissi di oggi. Mai più la violenza segni le famiglie e le città. Mai più l’ingiustizia faccia soffrire innocenti".