Ladro preso e subito in libertà

La frustrazione dei poliziotti: "Siamo tutti scoraggiati: noi agenti ma anche i cittadini"

La pattuglia di polizia (foto archivio Businesspress)

La pattuglia di polizia (foto archivio Businesspress)

Ferrara, 11 dicembre 2016 - Nella migliore delle ipotesi la chiamano frustrazione. Quella rabbia che fa cadere le braccia a quelli che portano la divisa, lavorano per la sicurezza, mettono in discussione la loro vita per proteggere la comunità. «La segreteria provinciale Silp Cgil di Ferrara – così Enrico Vincenzi – apprende con crescente preoccupazione i fatti che giornalmente raccontano di reati che appaino non puniti adeguatamente rispetto alla gravità e all’allarme sociale che creano».

La vicenda di venerdì mattina, relativa al borseggio avvenuto in città con il colpevole rintracciato dalla polizia, che risultava in possesso della refurtiva e anche di un coltello a serramanico, e subito liberato, «appare come l’ennesimo caso di impunità che non aiuta la nostra categoria a perseguire quel senso di sicurezza di cui si sente sempre più la necessità».

«Noi crediamo – così Vincenzi – che il sottile filo che lega la pena rispetto il reato commesso e il modello rieducativo vada perseguito ma questo non può prescindere dal non punire azioni che creano una forte preoccupazione sociale, anche per il fatto non secondario di un comportamento reiterato. Non possiamo far altro che sottolineare ancora una volta la professionalità dei poliziotti intervenuti e concedere pieno appoggio a quanto deciso dalla magistratura ma questo non può impedirci di essere critici verso un codice penale ormai obsoleto e che pensiamo vada riformato profondamente per interrompere questi fenomeni sempre più diffusi».

Analisi che non lascia spazio a dubbi. Un ragionamento che corre sul filo di decisioni giudiziarie che sempre più spesso lasciano il cittadino basito. «Anzi – commenta Luca Caprini del Sap – disinteressato». Siamo tutti scoraggiati? «Noi e voi, poliziotti e cittadini siamo sulla stessa barca e ogni volta che si ripete un fatto così cadono le braccia». Le motivazioni barcollano, la certezza della pena è inversamente proporzionale all’impegno profuso per garantire la sicurezza sulle strade, tra le case, tra i nostri cari e le nostre cose. «Questa è l’Italia – così Caprini – triste e sconsolata. Sola, come soli siamo noi sulla strada, come soli sono spesso i cittadini al cospetto di una macchina che non funziona e che beffeggia». Secondo molti poliziotti si è perso il fondamento semplice: il chi sbaglia paga.

«Il problema del nostro sistema – si scalda Caprini – è proprio questo: che ormai è permesso tutto, perché tutto è sempre discutibile, mai fermo». Perché tutto è tranne che certo, spesso come le pene per i reati che sfibrano i nervi della comunità. Furti in casa, scippi, raid nei negozi hanno la capacità di essere ritenuti reati minori (si passi il termine...) ma carichi di un detonatore enorme per l’insicurezza – presunta o reale – delle comunità. Come quella di Ferrara. «Saremo tutti sempre più sconfortati e demotivati». Mentre il crimine – anche quello micro – non sembra volere mai cedere spazio allo scoramento e alla sconfitta. «Io ho finito le parole – tuona Fabio Zaccarini di Ugl Polizia di Stato –: qual è la novità? Ci sono colleghi che si vedono liberato l’arrestato quando ancora non hanno finito le pratiche sull’interessato». Prima ancora del cambio turno.