Le cantonate prese a sinistra Ora si rifletta

Cristiano

Bendin

Eviteremo di buttarla in politica - dicevo all’inizio - non solo perché non ci interessa ma anche perché non ci compete. Ma non possiamo non ricordare le critiche, anche feroci, che una parte della classe politica che ha governato questa città fino al giugno dello scorso anno ha riversato contro i nostri cronisti che stavano solamente facendo il loro mestiere: raccontare i fatti, anche nella loro drammaticità, e cercare di dare una lettura della sanguinosa scia di eventi criminali che ha funestato,

in particolare, la zona della stazione interpellando chi studia la mafia nigeriana. Ebbene, quel lavoro, per una parte della sinistra (quella delle anime belle in particolare), significava interrompere la narrazione della "bèla Frara" dove si vive bene: una narrazione che, per anni, ha negato alla radice il problema e ha tacciato di razzismo e xenofobia chiunque la contestasse con fatti e - perché no - anche con sensazioni di disagio, paura e pericolo. Non è vero, come sta sostenendo parte della Lega, che il Pd abbia sempre negato alla radice la possibilità che in Gad potesse operare la mafia nigeriana. Fu la senatrice Pd Paola Boldrini - incalzata dagli eventi - a interessare del "caso Ferrara" il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. Non lo ha fatto neanche l’ex sindaco Tagliani che, da uomo di legge, si limitò ad affermare che "non esistono evidenze" in tal senso. Ma sia il Pd che l’ex sindaco in più occasioni accusarono il ’Carlino’ di fomentare la paura, seminare il panico, addirittura di "fare il gioco della Lega", aprendole la strada alla vittoria. Furono attacchi ingiusti e gratuiti, che ricordiamo senza vittimismi inutili. Alla luce degli ultimi fatti, qualcuno a sinistra, abbia almeno l’umiltà e il buon senso di riflettere sulle clamorose cantonate prese.