"Lettere a Lodi? Non sono ragazzate Intimidazioni ai sindaci: una piaga"

Parla il direttore generale, ex senatore leghista Mazzatorta: "Spero che il Ministero svolga il ruolo di garante"

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di Federico Di Bisceglie

"Le minacce di morte ricevute dal vicesindaco non si possono derubricare a guasconate. C’è un’ampia confessione della consigliera Arquà in questo senso. Ed è da qui che bisogna ragionare". Non parla quasi masi. Questa volta, però, date le circostanza il direttore generale del Comune Sandro Mazzatorta ha deciso di rilasciare al Carlino un’intervista sull’affaire che coinvolge la consigliera riabilitata dal Consiglio di Stato. Però, premette Mazzatorta, "non parlo da direttore generale, parlo da ex senatore della sedicesima legislatura, che ha contribuito ad avviare la commissione d’inchiesta sugli atti intimidatori ai danni degli amministratori pubblici".

Mazzatorta, perché ha deciso di esporsi su questo caso che sta infiammando il dibattito politico?

"Perché durante la sedicesima legislatura fui tra i promotori della commissione d’inchiesta che portò, poi, all’approvazione della legge 105 del 3 luglio 2017. Che ha a oggetto proprio gli atti intimidatori ai danni degli amministratori locali. Un fenomeno, quest’ultimo, del quale si parla poco ma che ha una portata spaventosa. Penso che, anche nel caso Arquà, ci sia stata da parte di molti una sottovalutazione della gravità degli atti compiuti dalla consigliera. E questo di riflessione che offro anche agli uffici giudiziari. Anche sull’applicazione del nuovo articolo 338 del codice penale".

Il sindaco Fabbri ha scritto al ministro Piantedosi di ’sospendere’ la consigliera. Che cosa si aspetta?

"Mi aspetto che il ministero svolga la sua funzione di garanzia. E che preservi l’integrità istituzionale del Consiglio Comunale e delle istituzioni ferraresi in generale. Il merito che ha la lettera scritta da Fabbri è quello di tenere alta l’attenzione, ripeto, su un fenomeno gravissimo. Gli ultimi dati del Viminale ci confermano che, nel 2021, sono stati 680 gli episodi di intimidazione che hanno riguardato gli amministratori locali. Dal 1974 a oggi, sono stati 143 gli amministratori locali ammazzati. Non sottovalutiamo".

Sul caso Arquà si intrecciano il piano amministrativo e quello penale. Ma in realtà, come sostengono dalla minoranza, c’è anche un problema politico.

"Non mi addentro in questioni politiche, anche perché per me il problema amministrativo non si pone, nel momento in cui c’è un consigliere che ha minacciato di morte il vicesindaco. E, anzi, mi fa specie che si ragioni di questo caso come se Arquà non avesse fatto nulla".

In questa vicenda c’è un dato, inoppugnabile, rilavato dall’opposizione: l’immobilismo del Consiglio Comunale da esattamente un mese. Cosa state facendo per sbloccare la situazione?

"Abbiamo fatto varie richieste per procedere con l’attività del Consiglio, mantenendo il plenum dell’assemblea, ma chiaramente senza Arquà. Ancora, però, non ci sono arrivate risposte".

La sentenza del Consiglio di Stato, tuttavia, è esecutiva. Per cui, stando così le cose, dovrebbe decadere il capogruppo Franchini. Altra bella grana.

"L’effetto caducatorio sarebbe per Franchini perché è parte in causa nell’ambito della sentenza impugnata, ma quest’ultimo ha una ’portata’ elettorale più alta di Martinelli. D’altra parte, Martinelli non essendo stato chiamato in giudizio potrebbe impugnare un’eventuale provvedimento di decadenza".