CRISTINA RUFINI;
Cronaca

Lettere e un proiettile al vicesindaco Indagini sull’ex consigliera comunale Arquà

Contestate tre ipotesi di reato: minacce aggravate, procurato allarme e simulazione di reato. La Digos avrebbe immagini ’significative’

Migration

di Cristina Rufini

FERRARA

Sulle indagini che stanno portando avanti gli uomini della Digos c’è il massimo riserbo degli inquirenti. Di certo da tempo in Procura c’è un fascicolo aperto per le lettere minatorie, circa dieci, che sono state inviate al vicesindaco Nicola Lodi: lasciate sia nella sede della Lega che nel palazzo comunale. Missive però a carattere personale, non legate pare al ruolo istituzionale di Lodi. Da pochissimi giorni, oltre al fascicolo aperto contro ignoti, c’è anche un nome che figurerebbe accanto alle ipotesi di reato. E’ quello dell’ormai ex consigliera comunale in quota Lega, Rossella Arquà e a suo carico ci sarebbero tre ipotesi di reato: minacce aggravate, procurato allarme e simulazione di reato. Accuse che sembrano aver preso corpo negli ultimi giorni, tanto che gli uomini della Digos sono arrivati ad Arquà e hanno perquisito la sua abitazione. Su che cosa gli agenti abbiano trovato nell’appartamento della ex consigliera del Carroccio c’è il massimo riserbo. Ma pare che in mano gli inquirenti abbiano anche ’interessanti’ immagini riprese dalle telecamere che erano state installate in un’auto lasciata fuori dalla sede della Lega e altre all’interno. Le lettere minatorie – scritte in parte con penna blu e normografo e altre con lettere ritagliate dai giornali – hanno come detto un contenuto riconducibile alla sfera personale del vicesindaco. In una delle missive, forse per dare forza alle minacce, era stato inserito anche un proiettile. Tutto materiale che Lodi nei mesi scorsi ha consegnato alla Digos, senza dare pubblicità a quanto stava accadendo. Poi la svolta e alcuni indizi che hanno portato gli inquirenti a cercare nella sfera di persone molte vicine a Lodi. E la Arquà lo è stata molto sia nella sfera privata che in quella pubblica.

Era entrata in consiglio comunale fin dalla prima seduta, quando fu necessario sostituire due eletti che erano erano andati a ricoprire la carica di assessori. Mentre a luglio scorso, con la nuova ristrutturazione della Lega, fu nominata responsabile organizzativa del partito ferrarese. Ruoli non certo di secondo piano. Ma, come già detto, pare che la molla – sempre stando a quanto sarebbe emerso dalle indagini– che ha fatto scattare le minacce non sia legata all’attività politica, o comunque non soltanto, considerando che tra la ex consigliera e il vicesindaco c’era anche un rapporto di conoscenza privata. Arquà – che al momento non intende rilasciare dichiarazioni – in questa prima fase di indagine, è assistita dall’avvocato Flavio Cattabriga. "Sono stato informato poco prima della perquisizione – si è limitato a confermare – ma non ero presente e non conosco i contorni della vicenda. Lunedì (domani, ndr) incontrerò la cliente per capire di più". Su una parte delle lettere pare ci siano state le prime ammissioni. Per la surroga in consiglio comunale si fanno i nomi di Lia Ferrante e Stefano Franchini.