"L’infermiere di comunità è una vocazione"

Ieri il punto sul servizio attivato ormai da mesi. Ferraresi: "Lavora per superare la frammentazione dei servizi". Saletti: "Plauso all’Ausl"

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BONDENO

L’infermiere di famiglia e di comunità: una realtà che arriva tra la gente, nelle strutture e nelle case che ne hanno bisogno. Ieri mattina, i vertici dell’Ausl ne hanno parlato alla Casa della salute di Bondeno, insieme al sindaco e alla giunta ma soprattutto alla presenza di due infermiere, Marinella Bontempi e Anna Alina Merighi, che si sono formate e qualificate per questo ruolo assistenziale. Professionisti che vivono tra la gente. Che rispondo ai bisogni, che si inseriscono in una rete di assistenza che vuole essere forza nelle difficoltà dei bisogni di un territorio che unisce conoscenze e competenze. Con professionalità. "L’infermiere di famiglia e comunità costituisce l’innovazione sanitaria territoriale del futuro – ha detto Annamaria Ferraresi, direttrice del distretto sociosanitario ovest -. Interviene nell’ambito della salute di prossimità e lavora per superare la frammentazione fra i servizi. Risponde ai bisogni del territorio, anche in ragione di una anzianità crescente. Quando, ad esempio, si prende in carico un paziente oncologico, segue tutta la famiglia nel percorso. Si occupa della gestione delle malattie e della prevenzione. La sfida dei prossimi anni è proprio quella di mantenere le persone sane e saperle curare bene. Si tratta di una innovazione nell’approccio alla salute – ha aggiunto - perché queste nuove figure di prossimità sono in grado di leggere e intercettare i bisogni dei cittadini e superare la frammentazione tra servizi sanitari e sociali". Aumentano gli anziani e i bisogni. La presa in carico nell’assistenza domiciliare è a 360 gradi". Come ha spiegato la Ferraresi, "L’infermiere non è solo il ‘prestatore’ di un servizio ma ha una vera vocazione di relazione". "Un plauso all’Ausl per il forte impegno a migliorare la sanità territoriale cogliendo gli stimoli giunti da questa amministrazione – ha detto il sindaco Simone Saletti - . Adesso dobbiamo cercare di portare i servizi della Casa della salute su tutto il territorio, in analogia con quanto fatto per il punto prelievi di Pilastri. Ottimo il servizio alla popolazione a domicilio. Rimaniamo a disposizione per implementare sedi comunali sul territorio (le frazioni sono distanti anche 25 chilometri e il territorio si estende per 175 chilometro quadrati ndr.). E’ importante che le famiglie sappiano che esiste una figura capace di aiutare in maniera professionale e sinergica". Il servizio è attivo in maniera sperimentale già da un mese. Il decentramento della sanità è un bisogno. "In questa prima fase, riceviamo richieste in merito alle dimissioni dei pazienti fragili a domicilio: in questo caso il nostro compito è educare i familiari nell’assistenza".

Claudia Fortini