Maggio 1915: la Grande Guerra La metafisica degli artisti-soldato

Lo psichiatra Adello Vanni presenta il suo libro ‘La Ferrara delle meraviglie’ . L’incontro domani alle 21

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Ferrara e l’arte: de Chirico e la Metafisica. Se le opere sono note ai più, la quotidianità del manipolo di artisti metafisici, che nel periodo del primo conflitto mondiale popolavano la città, è sicuramente meno conosciuta, come pure la loro letteratura, i loro pensieri, le loro relazioni, i luoghi vissuti. È quanto tratta il libro dello psichiatra Adello Vanni ‘La Ferrara delle meraviglie’ (Faust edizioni, 2021), che sarà oggetto dell’incontro di domani, alle 21 – ‘Ferrara e villa del Seminario vista dagli artisti metafisici (1915-1918)’ – organizzato nell’ambito del programma 2022 dell’associazione culturale di ricerche storiche ‘Pico Cavalieri’ di Ferrara. L’appuntamento è al Centro Documentazione Museo del Risorgimento e Resistenza di Porta Paola (via Donatori di Sangue 22). Come anticipato, lo scenario è quello della Ferrara della Grande Guerra – maggio 1915. Nel corso della mobilitazione dell’Esercito italiano quattro artisti arrivarono a Ferrara. Da Parigi, Giorgio de Chirico e il fratello Savinio; da Milano, arrivò Carlo Carrà; da Bologna, Mario Pozzati. Nel 1916 a questo gruppetto si aggregò un solo ferrarese, il giovane Filippo de Pisis, giornalista cattolico che anelava di diventare poeta e scrittore. Nei loro incontri questi artisti-soldato elaborarono la declinazione ferrarese dell’Arte Metafisica, che era nata a Parigi qualche anno prima per merito dei fratelli de Chirico. Nel 1917 nel Centro neuro-psichiatrico di Villa del Seminario furono ricoverati de Chirico e Carrà, per la benevolenza del direttore Gaetano Boschi, che si interessava anche di arte e sapeva che i due artisti non soffrivano di "nevrosi" di guerra, bensì di "nevrastenia" e disturbi psicosomatici da noiosa vita militare di retrovia.

f. f.