Ferrara, il mare più pulito inizia dal Po. Una diga anti-rifiuti

A Pontelagoscuro stese le barriere. In azione anche barche speciali

Tecnici a bordo della barca sul Po recuperano la plastica setacciata dalla barriera

Tecnici a bordo della barca sul Po recuperano la plastica setacciata dalla barriera

Ferrara, 28 luglio 2018 - Un ‘Po d’amare’ è partito a Pontelagoscuro di Ferrara e punta ad essere esteso a 21 fiumi in Italia. Si tratta di una tubazione in polietilene di quaranta metri che congiunge le rive, inclinata rispetto al corso del fiume, con sistemi di galleggiamento che possono essere regolati in base alla velocità, per intercettare i materiali galleggianti in plastica, selezionandoli in base al peso specifico e lasciando andare via invece i tronchi di legno. Un battello attrezzato con un cestello, raccoglie ogni giorno il materiale in un cassone per portarlo poi all’impianto. Intercetta bottigliette e materiali prima che raggiungano e si disperdano nell’acqua dell’Adriatico. Le plastiche vengono raccolte, pesate, catalogate, smistate e destinate al riciclo o alla produzione energetica. Nessun costo pubblico. Proseguirà per due mesi. I rifiuti del mare provengano per l’80% dai fiumi. La barriera di Pontelagoscuro ne può intercettare il 50%. «Si tratta di un progetto innovativo che il comune di Ferrara ha sposato da subito con grande convinzione – sottolinea l’assessore all’ambiente Caterina Ferri -. Siamo orgogliosi di essere il primo territorio in cui avviene la sperimentazione, Ferrara è legata al Po e al suo futuro, e renderlo più pulito ci aiuterà non solo a ridurre i rifiuti che arrivano sulle nostre coste, ma anche a svilupparlo come grande risorsa per il turismo naturalistico». 

«Tutto quello che stiamo facendo per migliorare la qualità del fiume ha un impatto sul mare e sulla qualità della vita». Meuccio Berselli (nella foto), geologo, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, la più grande d’Italia con oltre 82.000 chilometri quadrati, crede in questo progetto.  Una barriera che sul Po ferma il 50% della plastica che andrebbe in Adriatico: sarà esteso ad altri fiumi? «Vorremo fare un progetto più grande, che possa fermare la plastica in più sezioni del Po ma anche estenderlo ad altri fiumi. Va ad aggiungersi ai 6.700 depuratori già in funzione che hanno determinato un miglioramento della biodiversità con un fiume diventato più pulito, più pescoso, più fruibile. Sulla plastica queste dighe ci servono anche per verificare la quantità di bottigliette che catturiamo e creare progetti di prevenzione e sensibilizzazione».  Un rilancio turistico?  «Per rendere fruibile il Po dobbiamo mettere a posto le caratteristiche dell’acqua, diffondere i dati della funzionalità dei depuratori, monitorarli e farli conoscere alla popolazione. È cambiata la vita di un fiume che oggi è più pulito. Dobbiamo renderlo accattivante, sviluppando il patrimonio culturale, naturale, artistico e turistico. Stanno tornando lo storione, il luccio perca, i cefali».  L’80% dei rifiuti del mare arriva dai fiumi: come proteggerlo?  «Un mare più pulito passa da un fiume più pulito. Dobbiamo conservare l’habitat e darlo all’uomo perché abbia un rapporto di dignità e di qualità. Le nuove conoscenze ci aiutano. Vivere in un ambiente migliore, è una missione importante per l’autorità di bacino. Il progetto di Pontelagoscuro va in questa direzione».  Un investimento tutto privato ma per il bene pubblico.  «Apriamo ai privati che investono sul fiume. Cerchiamo di unire la parte istituzionale che ci compete con una visione legata al privato che possa accellerare il rilancio dell’ambiente».  Come segue questo progetto l’Autorità di bacino?  «Quotidianamente. Ogni settimana avremo un report da Corepla e Castalia sui materiali raccolti che vogliamo dare al ministro. Ci consentiranno di fare progetti sempre più incisivi. Da Pontelagoscuro otterremo l’indice da utilizzare per migliorare il patrimonio idrico. Potrebbe essere questo l’esperimento pilota che ci consente di replicarlo in altri fiumi di nostra competenza, ma anche di calibrare e verificare ciò che va meno bene».