Mazzette per false revisioni Ferrara. "C’è il sole oggi?". Così evitavano le prove

Al telefono parlavano in codice. E il tecnico corretto era "pignolo" o "pericoloso". Molti tir non sono mai finiti sulle linee di controllo della Motorizzazione

Uno degli scambi ripreso dalle telecamere installate da polizia stradale e finanza

Uno degli scambi ripreso dalle telecamere installate da polizia stradale e finanza

Ferrara, 13 ottobre 2020 - "C’è il sole o piove?". Dietro al lessico meteorologico si nascondeva un linguaggio in codice utilizzato per capire se in Motorizzazione ci fosse un funzionario ‘amico’ o no. Se quel giorno su Ferrara splendeva il sole, allora si poteva ottenere una revisione farlocca per il camion o il rimorchio. Magari senza nemmeno farli passare per le linee di controllo. Bastava infilare dai cento ai 350 euro dentro una busta o in mezzo ai documenti di circolazione e allungarlo alla persona giusta. Questo, secondo le ricostruzioni di polizia stradale e guardia di finanza, è quello che succedeva in via della Canapa. Per quel presunto giro di mazzette, ieri mattina sono state arrestate sette persone (due funzionari della Motorizzazione, il titolare di una agenzia di pratiche auto e quattro imprenditori). L’inchiesta vanta anche oltre duecento indagati. I reati di cui devono rispondere a vario titolo sono corruzione, abuso d’ufficio e falso. Secondo gli inquirenti, il meccanismo messo in piedi dai protagonisti era talmente rodato e conosciuto da attirare a Ferrara gente da tutta Italia. Ma come funzionava nella pratica, secondo gli inquirenti? È presto detto. Gli imprenditori delle aziende di trasporti che avevano interesse a far superare le revisioni anche a mezzi in condizioni non esattamente ottimali cercavano di dirottare la loro pratica ai due funzionari della Motorizzazione, Cesare Franchi ed Edoardo Caselli. Per farlo, sempre secondo gli inquirenti, si rivolgevano o direttamente a loro, se si trattava di ’clienti affezionati’, o tramite un intermediario, Alessandro Barca, titolare di un’agenzia di pratiche auto alle porte della città. A quel punto le possibilità erano due. O il camion passava sui rulli per il controllo e, in caso di problemi, l’esito veniva opportunamente falsificato. Oppure, come hanno appurato gli inquirenti, non passavano nemmeno sulle linee di controllo rimanendo all’esterno.

In alcuni casi, addirittura, il veicolo non si presentava nemmeno in Motorizzazione. Non solo. In diverse occasioni un singolo imprenditore o autotrasportatore si sarebbe presentato in Motorizzazione con più di un libretto, in modo da garantire la revisione a diversi mezzi nemmeno presenti in via Canapa. Questo ‘servizio’ aveva però un prezzo. Dai cento ai 350 euro, secondo quanto ricostruito da poliziotti e finanzieri che, grazie a telecamere nascoste nel capannone delle revisioni, hanno potuto vedere passaggi di denaro sospetto. I soldi venivano infilati all’interno dei documenti o passati direttamente in mano al diretto interessato durante le operazioni di controllo dei mezzi. Tra i favori che i dipendenti della Motorizzazione facevano ai loro ‘clienti’ c’era anche la possibilità di anticipare o posticipare di diverse settimane la prenotazione della revisione. Il sistema, come spiegano gli investigatori, permetteva a chi vi ricorreva di evitare importanti spese di manutenzione dei camion e scongiurare giorni di stop dal lavoro. L’ascolto delle intercettazioni telefoniche e ambientali ha fornito numerosi elementi a militari e poliziotti per ricostruire un presunto giro di corruzione che tra le sue conseguenze aveva anche la circolazione sulle strade di mezzi pericolosi e la concorrenza sleale nei confronti degli autotrasportatori onesti. Nelle telefonate, i due funzionari venivano definiti come "il sole" o la "mano divina". Capita quindi che imprenditori chiamino per revisionare mezzi un po’ male in arnese e che si cerchi di evitare i giorni in cui sono in servizio collaudatori corretti e quindi ritenuti "pignoli" o addirittura "pericolosi" per gli affari. Meglio quindi passare quando c’è un tecnico che fa stare "un po’ più tranquilli". Una tranquillità che, spiegano gli investigatori, faceva rima con la "spregiudicatezza" con cui, in molti casi, venivano nascoste le carenze nell’impianto frenante, agli pneumatici o alle componenti elettriche. A dare il via all’attività durata due anni e culminata con il blitz di ieri sono stati alcuni episodi sospetti che hanno stuzzicato il fiuto degli investigatori. Il primo è un controllo stradale da parte di una pattuglia della polizia locale di un Comune fuori provincia che ha notato l’incongruenza tra le condizioni effettive di un camion e il superamento della revisione a Ferrara non più di una settimana prima. A questo si sono aggiunte alcune testimonianze di camionisti i quali raccontano di aver guidato mezzi con problemi eppure sempre puntualmente dotati del regolare contrassegno di revisione. Collaudi ‘fantasma’ che, in certi casi, nessun conducente era andato a fare ma che, come per magia, comparivano sui libretti di circolazione dalla sera alla mattina.