"Mettiamo in sicurezza le strade. Proteggiamo i nostri ragazzi"

L’appello di Monica. Miserocchi che ha assistito. Elisa Di Bona: "Le istituzioni. devono intervenire"

"La ragazza è distrutta ovviamente, fisicamente e psicologicamente, ma sta affrontando quanto le è accaduto. Sono qui per chiudere la vicenda giudiziaria e lei per assumersi le sproprie responsabilità". A parlare è l’avvocato Monica Miserocchi, che assiste Elisa Di Bona, la ragazza che era alla guida della Colt bianca finita fuori strada il 16 novembre 2021 a Celletta, in via Matteotti. Tragico incidente che è costato la vita a Paola Carrozza e Marialuisa Sibilio, le amiche del cuore che erano a bordo dell’auto.

"Oggi (ieri, ndr) si chiude la vicenda giudiziaria, chiederemo un affidamento ai servizi sociali, ma certo quanto accaduto resterà indelebile nella vita della mia assistita".

Poi il legale lancia un appello che sa di denuncia.

"Credo che da questa tragedia dovremmo anche imparare a non ignorare quanto le istituzioni possono fare per contribuire a evitare simili tragedie – prosegue Miserocchi – E potrebbero impegnarsi molto di più di quanto di solito viene fatto".

C’è amarezza nelle sue parole, ma anche l’intenzione di dare dei suggerrimenti, perché Paola e Marialuisa non siano morte invano e anche Elisa non porti invano le conseguenze devastanti di quanto accaduto quella maledetta sera di novembre.

"Mi risulta che sia una strada dove sono morte altre persone – prosegue l’avvocato – che sia costellata di platani: in poche parole molto pericolosa. E verò bisogna andare piano, ma pure procedendo a 50 chilometri all’ora, se vado a sbattare contro un platano è come se finissi contro un muro a cento e le probabilità che accada quanto successo quella sera di novembre sono molto elevate. Quello che vorrei rimanesse è l’appello alle amministrazioni competenti a prendere tutti i provvedimenti possibili per rendere più sicure le nostra strade. Qualsiasi, che sia l’installazione del guard-rail a riparare dagli alberi, oppure dossi per ridurre la velocità. Dobbiamo proteggere i nostri giovani non solo parole. E non dobbiamo essere presenti soltanto nei giorni successivi alle tragedie. Con la vicinanza e qualche fiore. La famiglia di Elisa voleva fare qualcosa per sensibilizzare le amminstrazioni pubbliche, ma alla fine hanno capito che sarebbe stato tutto inutile. Ma dobbiamo proteggere in tutti i modi i nostri giovani".

cri.ru.