Willy, la pista dell'omicidio a sfondo sessuale. Spunta un testimone

La pista seguita dai difensori. Ecco le prime chiamate anonime Parla il fratello: "Ora possiamo arrivare alla verità"

Davide Tuzzi di Securiteam e l’avvocato Simone Bianchi mostrano la pistola con cui potrebbe essere stato ucciso Willy

Davide Tuzzi di Securiteam e l’avvocato Simone Bianchi mostrano la pistola con cui potrebbe essere stato ucciso Willy

Ferrara, 23 ottobre 2014 - Qualcosa si muove. Ed è qualcosa di grosso e importante. Ventisei anni dopo la morte di Willy Branchi, assassinato con brutalità da una mano ancora ignota, Goro sussulta. Dopo gli articoli del Carlino di sabato, il centralino della Securiteam è suonato più volte. Almeno quattro le telefonate, tutte anonime, alcune delle quali parlate. «Persone che ci hanno dato conferme — spiega l’investigatore Davide Tuzzi che, da pochi giorni sta affiancando l’avvocato Simone Bianchi per tentare di far riaprire l’inchiesta —, che ci hanno fornito elementi e indizi molto utili ma sui contenuti non possiamo riferire nulla».

C’è una pista seguita: l’omicidio a sfondo sessuale. «Willy — spiega l’avvocato Bianchi — a volte tornava a casa con vestiti nuovi. Faceva qualche lavoretto saltuario ed era mantenuto dalla famiglia. Come faceva a permetterseli? Quella poteva essere una merce di scambio. Qualcuno, e non certo Valeriano Forzati, approfittava di lui». Il killer del Laguna blu, per tutti ‘Tango’ o il ‘Colonnello’, venne indagato, processato infine prosciolto per l’omicidio Branchi.

«Forzati — chiosa — è innocente e ancor più se si tratta di un omicidio a sfondo sessuale di un ragazzino». Willy era ben voluto da tutti a Goro. «Non faceva uso di droghe — riprende Tuzzi —, non beveva, non fumava e neppure aveva precedenti penali. Perizie ed esami tossicologici parlano chiaro. Era forse ingenuo e qualcuno potrebbe essersene approfittato».

L’ora del decesso risalirebbe tra l’1 e le 3 della notte tra il 29 e il 30 settembre 1988. All’1.30 un testimone riferisce di averlo sentito parlare a voce alta in via Buozzi. Con chi? Con il suo assassino? Tra le tante cose strane, il cadavere ritrovato completamente nudo e con il portafoglio accanto e in bella vista la carta d’identità. I vestiti potrebbero essere stati buttati in una discarica vicino al porto di Goro, da molto tempo bonificata e non più esistente. Poi l’arma. Una pistola utilizzata per uccidere i maiali. Sul viso, sopra alla bocca, è stato trovato un grosso foro compatibile con la ‘freccia’ esplosa dall’oggetto.

«Con quella gli avrebbero sparato — continua Tuzzi — poi finito a colpi in testa». Quel genere di pistola era di libera vendita e non solo nei periodi di macellazione. «Chiunque poteva averne una — continuano i due —, ma ci chiediamo se vennero fatte indagini apposite nei confronti di chi, i maiali, li ammazzava di professione». Infine una lettera, firmata ‘2 ragazzi’, scritta a mano e indirizzata ai carabinieri di Goro.

«Venerdì — questo il testo — 30-9 ore 5. Forzati esce di casa con la moglie. Lui su una macchina, lei su un’altra. È la verità. Speriamo sia utile». «È scritta in un modo particolare, riteniamo possa essere un depistaggio — conclude Tuzzi — Procederemo a brevissimo con una perizia calligrafica dalla quale ci aspettiamo molto».