Picchiata e reclusa in casa. L’ex marito condannato a 3 anni: "Controllava ogni spostamento"

Maltrattamenti in famiglia, le vessazioni si sono susseguite tra il 2019 e il 2020. La donna aveva 20 minuti per fare la spesa, altrimenti liti e minacce: una volta con il coltello.

di Cristina Rufini

Controllata in ogni suo spostamento, vessata, insultata, minacciata e picchiata. L’ennesima storia di maltrattamenti in famiglia. Di violenze tra le mura domestiche che finiscono per essere raccontate nelle aule dei tribunali. E per quante ne vengano raccontate e giudicate, chissà quante altre invece rimangono nel silenzio, nell’anonimato per il timore che la situazione possa solo peggiorare. Fino a quando non si arriva a un episodio limite, che non può più essere tollerato. E’ capitano a una ferrarese che è riuscita a fuggire dalla reclusione in cui l’aveva costretta il marito e padre dei suoi figli. Chiusa in bagno perché lei si era permessa di dirgli ’Basta non ce la faccio più, me ne vado’. La rabbia di lui, che la strattona e la trascina in bagno, la chiude a chiave. Lei però riesce a fuggire, a chiedere aiuto a un vicino di casa, che poco prima aveva udito le urla della donna e non certo per la prima volta: "Basta, così mi fai male". Il vicino le ha dato riparo, nonostante la rabbia del marito, che accortosi della fuga, era corso fuori gridando ’Ridammela’, come se stesse parlando di un oggetto. Da qui è nata la convinzione della donna di denunciare i maltrattamenti e le vessazioni subite tra il 2019 e il 2020. Maltrattamenti psicologici soprattutto, ma anche fisici, con schiaffi e botte. "Anche quando andavo a fare la spesa – ha raccontato la vittima – avevo il tempo contato. Non più di venti minuti, altrimenti quando rientravo mi controllava tutto, la borsa , gli scontrini". E cominciavano gli insulti, le aggressioni verbali, le minacce e le accuse di avere amanti. Un’ossessione di possessività che è andata sempre peggiorando. Fino all’episodio cruciale di quando è stata chiusa a chiave in bagno e lei ha cercato riparo dal vicino di casa, per poi decidersi a denunciare tutto quanto subito.

In aula. Racconti che hanno trovato riscontro nel corso del processo all’uomo. Gli episodi devastanti spiegati dalla donna hanno trovato conferma nelle testimonianze in aula: la madre di lei, i vicini di casa hanno restituito il quadro di soprusi e maltrattamenti raccontati dalla donna. Credibili a tal punto che ieri il giudice del Tribunale di Ferrara, Alessandra Martinelli, ha condannato l’uomo a tre anni di reclusione. Peraltro, non contento, l’ex marito una volta che lei era riuscita ad andarsene e trovare lavoro come badante in un altro comune della provincia, ha continuato a cercarla, a seguirla e importunarla quando riusciva a incontrarla. Una situazione che ha costretto la donna a cercare un’altra occupazione, in un orario che le permettesse di non imbattersi in lui. Un’ossessione senza fine, che ieri ha trovato un primo riscontro giudiziario, con la condanna.