Pietre d’inciampo anche a Ferrara "Doveroso per chi ha perso la vita"

La proposta degli studenti dei licei Roiti e Ariosto è stata salutata con favore dal sindaco Fabbri. Fortunato Arbib, presidente della comunità ebraica: "Iniziativa giusta, adesioni anche dalle famiglie"

Pietre d’inciampo anche a Ferrara  "Doveroso per chi ha perso la vita"

Pietre d’inciampo anche a Ferrara "Doveroso per chi ha perso la vita"

di Francesco Franchella

FERRARA

La Comunità ebraica di Ferrara ne dibatteva già da tempo. Qualcuno era d’accordo, qualcun altro non lo era, ma alla fine si farà: anche Ferrara avrà le sue pietre d’inciampo. L’impulso, in realtà, è arrivato dalle studentesse e dagli studenti della 4°Y del Liceo Classico Ariosto e della 4°G del Liceo Scientifico Roiti. La proposta è nata in seno a queste due classi durante un progetto di raffronto tra i memoriali di Francoforte e quelli di Ferrara, organizzato per la Giornata della Memoria di quest’anno.

"Nel profilare il raffronto tra le due città centro del progetto – hanno scritto su un comunicato uscito nei giorni scorsi sul Carlino – ha particolarmente colpito la nostra attenzione l’esistenza a Francoforte delle cosiddette ‘pietre d’inciampo’". Di conseguenza, è arrivata la domanda: "Perché, quindi, non aggiungere anche le pietre d’inciampo alle tante manifestazioni di cui la città estense si è dotata per mantenere vivo il ricordo della Shoah?".

Facciamo un passo indietro. Cosa sono le pietre d’inciampo? In tedesco si chiamano ‘Stolpersteine’ e sono il frutto di un’iniziativa dell’artista Gunter Demnig (Berlino, 1947). La prima è stata posta a Colonia, in Germania, nel 1995. Ad ora, in Europa ce ne sono oltre 70mila. Sono piccoli blocchetti quadrati (10x10 cm) di pietra, ricoperti di ottone e posti davanti all’ultima residenza in cui ha abitato un deportato nei campi di sterminio nazisti.

Sopra il blocchetto viene inciso il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione e, infine, la data di morte. Per una città come Ferrara, vergine su questo tema, potrebbe essere utile il confronto con città che hanno più esperienza, come Milano. Nel capoluogo lombardo, infatti, su impulso del Comitato per le ‘Pietre d’Inciampo – Milano’, di cui è presidente onorario la senatrice a vita Liliana Segre, durante questi primi mesi del 2023 è in corso la posa di 26 nuove pietre in memoria di altrettanti milanesi deportati e assassinati nei lager nazisti. A Ferrara se ne sta parlando parecchio. Il sindaco Alan Fabbri, nel suo discorso del 27 di gennaio, ha citato la proposta degli studenti. Il primo cittadino, poi, ospite ad una cena del Rotary Club, è stato sollecitato anche sui temi legati al Giorno della Memoria, confermando che "il percorso per la richiesta delle pietre d’inciampo è in essere, d’intesa con la Comunità ebraica locale". Insomma, l’iter burocratico sta per essere avviato.

"Come Comunità, sono già due anni che ci siamo attivati per poter realizzare le pietre d’inciampo", ha dichiarato ieri il presidente della Comunità ebraica, Fortunato Arbib, al termine di una riunione in Comune (anche) sul progetto delle pietre d’inciampo.

"Alla fine, nella Comunità abbiamo deciso di verificare se ci fossero famiglie di deportati che erano d’accordo con l’iniziativa: abbiamo ricevuto diverse adesioni e in questo senso ci stiamo muovendo". Certo – ha avvertito Arbib – bisogna sempre tenere conto dei tempi, perché per accedere alla posa delle pietre bisogna riferirsi al già citato artista tedesco, Gunter Demnig. "Sono felice – ha chiuso il presidente – credo che sia un’iniziativa doverosa per dare giusta testimonianza e per ricordare chi ha subito queste terribili uccisioni".