Pnrr, bandi e burocrazia: "Iter costellati di ostacoli, le aziende edili rischiano di giocarsi tutti quei soldi"

Paolo Mazzini, presidente di Cna Costruzione e titolare dell’azienda Geostrutture "Standard piuttosto elevati ai quali le micro e piccole attività faticano ad arrivare. Poi c’è un altro aspetto, il settore privato è tendenzialmente più redditizio".

Pnrr, bandi e burocrazia: "Iter costellati di ostacoli, le aziende edili rischiano di giocarsi tutti quei soldi"

Pnrr, bandi e burocrazia: "Iter costellati di ostacoli, le aziende edili rischiano di giocarsi tutti quei soldi"

È una "corresponsabilità". Gli enti locali faticano a trovare imprese che partecipino alle gare pubbliche per svolgere i lavori di manutenzione (ordinaria e straordinaria), ma soprattutto che si aggiudichino gli appalti per i cantieri Pnrr. Dall’altra, le imprese che difficilmente riescono a cogliere le opportunità potenziali fornite dagli enti pubblici per via della complessità sempre maggiore nelle gare. Il risultato di questo mix è che "il Pnrr rischia di diventare un peso piuttosto che un’opportunità". A dirlo è il presidente di Cna Costruzione e titolare dell’azienda Geostrutture, Paolo Mazzini.

I fondi europei, che per il Comune di Ferrara hanno superato la quota dei cento milioni, potrebbero essere un volano straordinario per le aziende edili del territorio. E invece?

"E invece il rischio è che le imprese facciano fatica a intercettare quelle risorse per una serie di problemi che attengono a più piani. Prima di tutto, i bandi Pnrr sono piuttosto complessi come formulazione e, tra l’altro, richiedono standard piuttosto elevati ai quali le micro e piccole attività produttive di cui è composto il nostro tessuto produttivo faticano ad arrivare. Il secondo punto è legato a una ‘preferenza’ di mercato. Lavorare per i privati è tendenzialmente più redditizio".

Quindi il rapporto tra enti locali e imprese del territorio resta complesso?

"Per la verità negli anni abbiamo, piacevolmente, notato che gli enti locali – anche agevolati dalla legislazione – stanno assimilando il concetto di prossimità. Sulla gestione dei fondi europei, la questione è più complessa perché le regole non sono fissate direttamente a livello comunitario".

L’impatto territoriale del nuovo codice degli appalti è positivo?

"Sì, perché lascia molta discrezionalità nell’affidamento dei lavori fino a un certo importo agli enti locali. Quindi è positivo per le imprese. Chiaramente, in questo senso, si parla per lo più di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di non grande cabotaggio. Ma, torno a ribadire, apprezzo molto che le amministrazioni provino a stimolare il mercato territoriale grazie a queste leve in loro possesso. È un tassello importante per l’edilizia".

La situazione Superbonus com’è?

"Permangono i problemi di sempre. A livello nazionale abbiamo provato, come categoria di Cna, ad avanzare alcune proposte migliorative per strutturare delle forme di defiscalizzazione, dei bonus – a beneficio sia dei privati che delle imprese – di minore entità. Per il momento aspettiamo di capire in che modo e quali misure verranno adottate. Certo è che l’input del Pnrr – per le aziende più strutturate – sta provocando, in assenza di bonus, una ‘migrazione’ dal mercato privato a quello pubblico".

La patente a punti per la sicurezza nei cantieri come la vede?

"Un altro balzello. Secondo me non servirà a garantire più alti standard di sicurezza".

Federico Di Bisceglie