MARIO BOVENZI
Cronaca

Post-alluvione, la ricostruzione. Cantieri, caccia alle imprese: "Trenta milioni per salvare la città dagli allagamenti"

Calderoni (consorzio Bonifica): "Poche le aziende, abbiamo lanciato un appello a farsi avanti". Tra i cantieri una ’circovallazione idraulica’ che protegge parte dell’abitato del capoluogo.

Post-alluvione, la ricostruzione. Cantieri, caccia alle imprese: "Trenta milioni per salvare  la città dagli allagamenti"

Post-alluvione, la ricostruzione. Cantieri, caccia alle imprese: "Trenta milioni per salvare la città dagli allagamenti"

"Siamo stati fortunati, finora siamo riusciti a trovare le imprese in grado di portare avanti i tanti cantieri del post alluvione. Quando siamo partiti – sul tavolo un’ampia serie di interventi, finanziamenti ingenti grazie al Pnrr e al ministero della Infrastrutture – eravamo preoccupatissimi. Il rischio era quello di non riuscire ad affidare i lavori per mancanza di aziende pronte a portarli avanti", Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica di Ferrara e vicepresidenza dell’Anbi, torna con la memoria a quei giorni.

Il territorio che frana, gli argini dei canali che mostrano i segni del tempo sotto l’onda d’acqua, strade che scivolano tra crepe e smottamenti. Le date, segnate nella storia di questa regione, il tre e quattro maggio. Ma, la pioggia ancora cade, che già si attiva la macchina della ricostruzione. E rischia di delinearsi un altro incubo, chi farà quei lavori? "Siamo stati fortunati", ripete il presidente dell’ente che dell’assetto idraulico di una provincia è chiamato ad occuparsi. Fortunati, ma non solo. "Sono poche le imprese disponibili sul territorio, appena ci siamo resi conto del numero di interventi da fare – spiega – e della mole di finanziamenti che eravamo in grado di mettere a terra ci siamo rapportati con le associazioni di categoria, con il mondo dell’artigianato e dell’industria, con il mondo cooperativo per spiegare quale grande opportunità si stava presentando per il territorio e per le stesse aziende. In alcuni casi ci siamo rapportati direttamente con le imprese, man mano che arrivavano i bandi, per spiegare cosa veniva chiesto, quali documenti erano necessari per accedere ai finanziamenti. Grazie a questa azione preventiva siamo riusciti a evitare di trovarci con i soldi e senza chi potesse realizzare le opere". Un paradosso che ha il sapore della beffa sulla strada della ricostruzione. Calderoni parla di grande occasione. Spiega: "Le imprese di piccole dimensioni non sono in grado di fare certi lavori, che richiedono forti competenze, dotazioni. Noi stessi non abbiamo fatto i classici bandi con la busta chiusa e l’offerta, abbiamo chiesto capacità, progettualità di un certo tipo, i lavori devono salvaguardare un territorio. E non sono tante le aziende che rispondono a questo identikit". Un’opportunità di crescita. "Chi riesce a coglierla, magari anche rischiando, può far segnare una svolta cruciale alla sua impresa, un cambio di passo. Servono più personale, più macchinari. I finanziamenti messi sul tavolo danno la possibilità di trasformarti. Ma devi avere il coraggio imprenditoriale di rischiare, devi avere le spalle larghe. Si tratta di staziamenti a termine, il Pnrr si chiude con il 2026".

Qualche impresa strada facendo ha alzato bandiera bianca ma, per ora, il consorzio sta rispettando la tabella di marcia imposta dall’orologio della ricostruzione. Ruspe avanti lungo la canalettta il Mantello, tre milioni, cantiere al 40%, già fatti 3,3 chilometri. Trenta milioni per il San Nicolò-Medelana. Al lavoro un’impresa di Modena, un’opera che porta l’acqua agli agricoltori da Portomaggiore a Ferrara. "Con una circonvallazione idraulica l’acqua viene scaricata nel Volano dopo l’abitato di Ferrara. Verrà messa in sicurezza dal rischio allagamenti una bella fetta della città". Trenta milioni per il cantiere dell’impianto di Valle Pega, ci sono gli scavi archeologici di Spina. "Stiamo lavorando, le imprese ci sono". Per ora.