"Ridurre le opere previste dalla Ue"

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Il Pnrr rischia di essere un flop?

"No, non parlerei di un fallimento, ma una cosa è certa".

Magari, ci dia una certezza.

"L’aumento dei costi dei materiali e quindi la necessità di riformulare i prezzari per il settore edile, porterà a riconsiderare il numero degli interventi. Con questi rincari non si potranno fare tutte queste opere".

Non è una buona notizia per i tanti piccoli Comuni che hanno cercato di accaparrarsi i fondi europei e che rischiano di perdere l’opportunità di realizzare nuove opere. Questo naturalmente non arriva a dirlo Paolo Alberti, vicepresidente di Ance Emilia, che comprende Bologna, Modena e Ferrara.

Il tempo stringe. Entro il 2026, i lavori dei tanti progetti dovrebbero essere finiti per non perdere le risorse europee. Lo ritiene possibile?

"Già, i tempi erano stretti prima, quando ancora non c’erano questi rincari pazzeschi per le imprese edili. Adesso credo sia doveroso riconsiderare il numero dei lavori".

Cosa può fare il Governo?

"I prezzari vanno rivisti in modo costante. Serve un meccanismo perché spesso gli appalti durano anni e ci sono rincari notevoli. Questo per quanto riguardo il pubblico".

E per quanto riguarda i cantieri privati?

"Il meccanismo della cessione del credito d’imposta che viene effettuato soprattutto con il Superbonus , deve essere modificato. Molte aziende non stanno ricevendo nulla e sono in difficoltà. Qui si rischia di arrivare alle gare del Pnrr con la maggior parte delle imprese fallite. I problemi, come se tutto questo non bastasse, non finiscono qui".

Cosa intende?

"Si rischiano grosse difficoltà sul versane dell’approvvigionamento. Stanno fermando impianti colossi del metallurgico o della ceramica. Il che rallenta le forniture.

Il decreto ’Aiut’i non ha sortito alcun effetto?

"Dei famosi ristori è arrivato ben poco alle imprese".

m.r.