CronacaSacca a rischio vongole "Uno studio per ripopolarla"

Sacca a rischio vongole "Uno studio per ripopolarla"

Goro, il biologo Paesanti: "Anni di vacche magre, ora un tavolo tecnico. Necessario per non compromettere un’economia che frutta 60 milioni".

Sacca a rischio vongole  "Uno studio per ripopolarla"

Sacca a rischio vongole "Uno studio per ripopolarla"

Settant’anni di vita, 37 dalla fortunosa e redditizia scoperta della vongola verace in Sacca, ora il biologo e ricercatore gorese Francesco Paesanti lancia alcune proposte, ma anche un grido d’allarme "per non rischiare di compromettere – dice – un’economia che a Goro crea un movimento di 60 milioni di euro annui".

A cosa si riferisce?

"Prima del 1986 si pescava solamente seme selvatico, fino a raccoglierlo tutto, con ogni mezzo, poi si è iniziato a parlare di allevamento e venericoltura".

Cioè?

"Questo primo seme è stato utilissimo per capire che questo bivalve si trovava perfettamente nel suo habitat".

E poi?

"Nei 30 anni successivi non è stato necessario introdurre altro seme riprodotto negli schiuditoi europei o americani e le aziende italiane che hanno cercato di sviluppare strutture in grado di riprodurlo hanno cessato, perché il seme naturale era quasi ’infestante’".

E adesso come siamo messi? "Sono passati 37 anni e le cose sono molto cambiate, con la quasi scomparsa del seme selvatico nella Sacca e nei canali di Comacchio, ma anche nelle lagune venete".

Quindi?

"Tutti a correre per cercare di acquistare seme di laboratorio. Così dopo anni di vacche grasse, adesso sono arrivati quelli delle vacche magre. Durante questo tempo, fortunatamente, molte cicale sono diventate brave formiche".

Una bella reazione?

"Sì, perché quando c’è un problema gli allevatori di Goro e Comacchio reagiscono".

Come?

"I dirigenti di migliaia di allevatori del basso ferrarese si stanno incontrando con le autorità della nostra Regione per discutere e studiare azioni opportune".

Proposte?

"Un tavolo tecnico tra le figure attualmente presenti sul territorio di Goro e Comacchio per poter dare un contributo conoscitivo legato al benessere animale, e quindi allo studio dei principali parametri chimici, fisici e alimentari, poiché queste vongole veraci sembra non siano più in grado di produrre tutto quel seme che per 30 anni producevano annualmente".

C’è altro?

"Sì, uno studio sperimentale per poter ripopolare con seme di laboratorio, come si fece negli anni ‘90 quando il Consorzio Pescatori di Goro, in collaborazione con un centro di riproduzione americano, ha introdotto in alcune zone circa 1.000 milioni di piccolissime vongoline in una sola stagione. Infine promuovere incontri fra i giovani di Goro e Comacchio e paesi limitrofi, dove trasmettere l’“amore“ per questa attività".

c.c.