Uno degli aspetti più delicati dell’evacuazione della zona rossa per il disinnesco dell’ordigno bellico era quello delle strutture sanitarie private Salus e Quisisana. Ospedali che, a quanto si apprende, quel giorno saranno vuoti. Ma lo svuotamento delle corsie non sarebbe legato soltanto alle temporanee esigenze di sicurezza. Una parte la giocherebbe anche il blocco del ricovero di pazienti acuti e lungodegenti post acuti in regime di accreditamento. Lo stop risale al 23 ottobre e, come spiega Giorgio Piacentini, presidente della Quisisana, "è determinato da uno sforamento annuale del budget di entrambe le strutture. Da quel giorno, non abbiamo più ricoveri né di acuti né di lungodegenti post acuti. Abbiamo chiesto un colloquio con la direttrice generale dell’Ausl per esplicare le nostre difficoltà di ordine occupazionale, economico e finanziario legate a questa situazione. Nello spirito collaborativo che ci ha sempre contraddistinto, attendiamo questo incontro per esplicitare questa nostra sofferenza". Sullo stesso tema interviene, attraverso una nota, anche Lino Riemma, presidente provinciale di Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) responsabile della Salus. "I giusti limiti economici contenuti nei contratti di committenza – si legge nella nota – non possono tener conto delle situazione di emergenza che nessun altro può soddisfare e che la Regione ha sempre riconosciuto in extra budget. Il personale medico e paramedico non può essere messo in mobilità improvvisa e senza una programmazione che salvaguardi dai rischi di una grave perdita di personale. Auspichiamo di poter a breve riprendere con la direzione generale dell’Asl la discussione sul tema nell’interesse di tutte le parti". Per quanto riguarda domenica 26, specifica Riemma, "vedremo come affrontare i problemi del residuo. Dipenderà da quanti pazienti avremo quel giorno: valuteremo a breve".
CronacaSalus e Quisisana: "Strutture vuote entro quella data"