Ferrara, 4 febbraio 2024 – Inizia una relazione con una donna da poco trasferitasi a Ferrara e, ben presto, la trascina in un vortice di violenze e soprusi. Un ‘copione’ al quale il 57enne arrestato venerdì dai carabinieri non è nuovo. Giovedì era infatti stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per fatti per certi aspetti simili, ma avvenuti in precedenza e con un’altra donna.
Ma torniamo all’ultima tegola. L’uomo, un 57enne italiano, deve rispondere delle pesanti accuse di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale continuata. Le contestazioni fanno riferimento a episodi accaduti nell’agosto dell’anno scorso. In quel periodo, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il 57enne fa amicizia con una 49enne sua vicina di casa, da poco arrivata a Ferrara.
Tra i due, dopo i primi giorni di frequentazione, inizia una relazione sentimentale che, in breve, si trasforma in un inferno. Ben presto, infatti, iniziano litigi per ragioni di gelosia, schiaffi, improvvisi scatti d’ira e numerose costrizioni a subire rapporti sessuali indesiderati. Il tutto sarebbe durato per quattro mesi, fino a quando i segnali di aiuto della vittima non sono stati colti dai familiari e dai servizi sociali che la seguivano.
Da qui, la situazione è arrivata all’attenzione dei carabinieri che, coordinati dalla procura, si sono messi al lavoro per mettere un freno alle sofferenze della malcapitata. Le indagini dell’Arma hanno portato a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari ed eseguita nel pomeriggio di venerdì. Domani l’uomo – assistito dall’avvocato Salvatore De Siena – comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Nel frattempo, si trova detenuto all’Arginone.
Come anticipato, il 57enne non è nuovo a episodi di questo tipo. Nemmeno una settimana fa è stato infatti condannato a due anni e mezzo di reclusione per stalking e lesioni ai danni di una badante, anch’essa sua vicina di casa, con la quale aveva instaurato una relazione nel periodo del lockdown. Per quel procedimento le accuse parlavano di minacce (anche di morte), pedinamenti e ripetute richieste di prestazioni sessuali, oltre a un’aggressione fisica. In quel caso, però, per ben due volte il gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla procura. Il giudice del dibattimento lo ha però ritenuto responsabile e ha emesso una sentenza di condanna.