Ferrara, 4 maggio 2016 – «Se non avessi fatto quella telefonata, mio zio sarebbe stato sepolto senza che noi, la sua famiglia, ne venissimo informati. Lo avremmo imparato quando era già sotto terra».
È una storia triste, di solitudine e di burocrazia inceppata quella che si intreccia con la fine di Giorgio Stegani, morto all’ospedale di Cona dopo una malattia il 24 novembre del 2015 e sepolto solo il 29 aprile.
Dopo 5 mesi di cella frigorifera.
Giorgio viveva della sua poca pensione assieme alla moglie e due figli disoccupati.
«I soldi per il funerale non c’erano, purtroppo – spiega il nipote – e così della sepoltura si è incaricato il Comune di Ferrara». Passano i giorni, le settimane. E i parenti provano a chiedere notizie sulla data del funerale.
«A ‘Ferrara Tua’, che è l’incaricato del servizio, ci dicono che il Comune tramite i servizi sociali deve fare una serie di verifiche per accertare che la famiglia sia effettivamente impossibilitata a sostenere la spesa. Poi deve essere la Polizia mortuaria ad autorizzare il funerale», spiega il nipote di Stegani. La famiglia attende ancora, poi torna alla carica e cerca informazioni. «A un certo punto scrivo al sindaco per spiegargli la situazione. È il 25 aprile. È allora che imparo che mio zio sarà sepolto a Mizzana tre giorni dopo, il 29. Nemmeno il tempo di organizzargli un funerale in chiesa. Io ci ho provato – spiega – parlando anche con alcune parrocchie. Ma era troppo tardi. Ma è possibile? Se non mi informavo mio zio sarebbe stato sepolto e noi quando lo avremmo saputo? Mia zia è distrutta. Era anche riuscita, poverina, a comprargli un vestito buono per il suo ultimo viaggio».
Il nipote di Stegani, con questa storia, ha commosso il web: ieri sera erano quasi 4mila le condivisioni del suo post su Facebook.
Paolo Paramucchi, presidente della Holding Ferrara Servizi, che controlla Ferrara Tua, spiega: «Stiamo facendo un’istruttoria interna per avere in mano tutte le informazioni del caso e capire che cosa è successo».