Ferrara, il questore: "In Gad arriva troppa droga. Serve un giro di vite normativo"

"Lo stadio? In altre città si è deciso di farlo fuori"

Il questore di Ferrara, Antonio Sbordone (foto Businesspress)

Il questore di Ferrara, Antonio Sbordone (foto Businesspress)

Ferrara, 8 aprile 2017 - Palaspecchi e Gad, droga e stadio, il pentito Perrella e l’inafferrabile Vaclavic. Con un unico obiettivo: la sicurezza dei cittadini. Il punto con il questore Antonio Sbordone.

Lunedì la Polizia di Stato festeggia 165 anni. E a Ferrara, dopo tanto tempo, la celebrazione torna ‘fuori’... «Sì, al Nuovo. Un fatto importante, significativo. Il motto è esserci sempre, stare con la gente. La città la sentiamo vicina, ci sostiene».

Capitolo Spal. Risolti i problemi del ‘Mazza’?  «Le difficoltà sull’impianto sì, non quelle riguardanti il contesto in cui sorge lo stadio e non credo si possano risolvere. Altrove si è fatta la scelta di costruire una struttura fuori, qui no. La città, comunque, ha imparato a riconoscere il sacrificio».

La città sarebbe pronta per la serie A? «Credo di sì, anche se in caso di promozione vi sarebbe un aggravio alle voce disagi e sicurezza. L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare che le due tifoserie si possano incontrare, dunque percorsi e parcheggi separati, aree apposite».

Fino ad oggi il sistema ha retto alla grande. «Tocchiamo ferro. Ma qualora dovessero arrivare tifoserie di Roma, Lazio, Milan, Napoli o Juve, il contesto sarebbe ben diverso. Molti arriverebbero in treno, servirebbe un ragionamento ben diverso».

Sul Palaspecchi si è riaccesa la polemica. La situazione oggi? «Credo che il Comune stia andando nella direzione giusta. Per quanto ci riguarda, l’area non è mai stata un problema, ho sempre escluso che lì vi siano recrudescenze di episodi criminali. Piuttosto la zona è stata preda di qualche sbandato, ma non è certo un’area franca. Il problema principale è un altro...».

Il quartiere Gad, giusto? «Esattamente, nonostante il nostro martellare continuo. Resta troppa droga e la sua diffusione è al dettaglio. Chi la spaccia, trasporta qualche dose e ciò rende tutto più difficile. Lo spaccio è gestito dai nigeriani e spesso finisce in mano a ragazzini». 

Come combattere la piaga allora? «Far capire alle persone che la droga fa male, togliersi dalla testa l’idea romantica della canna. Facciamo parlare i medici e, tutti, prestiamo più attenzione verso i nostri ragazzi».

State battendo molto sulle scuole proprio per questo... «E continueremo. Ma serve cambiare obiettivo, ora dobbiamo parlare di più con i genitori dopo averlo fatto con i loro figli».

Certo, le leggi non vi aiutano... «No, purtroppo. E questo non può che frustrare i miei uomini i quali subiscono pressioni mie e della struttura, ma spesso vedono vanificati i loro risultati. Serve un giro di vite dal punto di vista normativo, chi sbaglia deve pagare. Però il tiro al bersaglio verso i magistrati è sbagliato, loro non fanno altro che applicare le leggi».

Altra piaga della città: i parcheggiatori abusivi. Stanno aumentando? «La situazione non è gravissima ma nemmeno normale. Il problema riguarda l’accoglienza e la gestione. Se facciamo entrare queste persone, poi bisogna trovargli qualcosa da fare. Se questo non succede, devono arrangiarsi».

Arriveranno altri profughi? «Credo proprio di sì. Bisogna puntare sull’accoglienza diffusa che sta dando buoni risultati».

Dal caso Gorino abbiamo imparato qualcosa? «Mi auspicavo che il sindaco del paese, o altri, si facessero avanti, facessero uno sforzo, chiedessero spiegazioni. Potevano recuperare quella brutta pagina».

Ha sentito le dichiarazioni di Perrella? «Come no e confermo che è stato un pentito assolutamente attendibile in passato. Oggi ho qualche dubbio sulle sue rivelazioni».

Arriva Pasqua, pronto il piano dei controlli? «Avremo più pattuglie in strade e controlli nei luoghi di maggiore aggregazione. Non serve guardare a vista il palazzo, meglio farlo con una piazza o un mercato».