Ad un coltivatore diretto di Tresigallo, nello scorso marzo, erano stati sequestrati 37 chilogrammi di cannabis light dal comando dei carabinieri di Migliarino. Ed ora sono tornati in suo possesso. Infatti, si è concluso il 28 giugno, con il decreto di archiviazione disposto dal giudice per le indagini preliminari, il procedimento penale che vedeva coinvolto l’uomo di 28 anni originario e residente proprio nella provincia di Ferrara. "L’accusa – riporta l’avvocato Federico Bolognesi, che ha assistito il coltivatore Marco Ferrari - era di coltivazione per successiva commercializzazione e spaccio, tanto che il Comando dei Carabinieri ne aveva chiesto più volte la distruzione.
Così non è stato, visto che come risultato dalle indagini, ha acquisito solo semi certificati e coltivato un prodotto che si mantenesse sotto lo 0,6% di principio attivo, come prescrive la norma". Le accuse a carico del coltivatore, dunque, sono cadute. Il decreto arriva in un momento in cui discute sull’argomento in questione. "Le polemiche dei coltivatori sono numerose e frequenti e l’indignazione di coloro che si vedono sequestrare e distruggere prodotti legittimamente coltivati è tanta se si pensa che girando l’angolo della strada si possono trovare indisturbati i rivenditori di cannabis light - prosegue l’avvocato Federico Bolognesi -; la richiesta e il decreto di archiviazione potrebbero risultare fondamentali per quei coltivatori che stanno subendo ingiustizie, considerato peraltro che la richiesta di archiviazione risolve a favore del coltivatore (in accoglimento delle argomentazioni proposte dall’avvocato Bolognesi, ndr.) le problematiche e i dubbi posti dalla cassazione a sezioni unite del 2019". Dunque, a seguito del decreto di archiviazione disposto dal gip, i 37 chilogrammi di cannabis light sono rientrati in possesso del coltivatore diretto tresigallese.
Valerio Franzoni