"Speculazione e siccità, agricoltura a rischio"

La manifestazione degli imprenditori di Cia. Calderoni: "Guadagni azzerati per le aziende. Mantenere il credito d’imposta sul gasolio"

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"Basta speculazioni che non valorizza i prodotti e il lavoro delle aziende agricole". Un appello giunto durante l’iniziativa ‘Agricoltura Sottocosto’ promossa dagli agricoltori di Cia – Agricoltori Italiani, tenutasi ieri mattina in Piazza Municipale. Una manifestazione finalizzata a sensibilizzare la cittadinanza e l’opinione pubblica sui prezzi non equi pagati agli agricoltori per i loro prodotti. In particolare, sono state illustrate le quotazioni ‘storiche’ delle principali produzioni del territorio per dimostrare che l’andamento, nel corso degli ultimi 2030 anni è rimasto pressoché invariato, mentre i costi di produzione, soprattutto negli ultimi due anni, sono aumentati e in alcuni casi raddoppiati o triplicati. Nel 1994 le patate erano quotate dalla Camera di Commercio di Bologna 0,21 centkg e la stessa quotazione la ritroviamo nel 2020. Stessa "sorte" per le pere Abate, in un range di tempo simile: 0,75 nel 1991 e 0,79 nel 2020 – nel 2021 i prezzi sono aumentati solo per la quasi totale assenza di prodotto - con una media di prezzi di 0,62 centesimi. Gli asparagi sono passati dai 2,21 centkg del ’94 a 2,67 nel 2020 con una media di 2,28 centesimi; le mele Fuji da 0,52 del 2003 a 0,68 del 2020; la pera Conference dal 2008 ha praticamente la stessa quotazione di circa 0,60-0,65 cent e le carote sono passate da 0,22 cent di 20 anni fa ai 0,09 di quest’anno. Tutto questo secondo gli agricoltori è inaccettabile. La denuncia arriva, in particolare da Stefano Calderoni, presidente di Cia.

"Spesso – così Calderoni – noi agricoltori abbiamo denunciato che i prezzi pagati per i nostri prodotti coprivano a malapena i costi di produzione o erano al di sotto e che i conti nelle nostre aziende non tornavano più da molti anni. Finora siamo stati resilienti perché amiamo il nostro lavoro e, in un modo o in un altro, abbiamo consentito al sistema agricolo di tenere. Non è più possibile andare avanti così. Non è pensabile che a un produttore venga dato per l’Abate, in un’annata con medie produttive normali, lo stesso prezzo di 30 anni fa". Oggi, prosegue Calderoni, "che il gasolio agricolo agevolato arriva a costare 1,40 euro al litro contro i 0,80 di due anni fa e che l’Urea, il principale concime, è passato da 28 euro al quintale del 2020 ai quasi 100 euro di quest’anno, per non parlare dei costi energetici. Oggi che per coltivare un ettaro di frutteto, serve almeno il triplo di 20 anni fa. Si pensi che il pane dal 1994 è aumentato dell’80%". Nel suo intervento il presidente Cia ha richiesto con urgenza la proroga del credito d’imposta per l’acquisto del gasolio agricolo e la piena applicazione della ‘Direttiva sulle pratiche commerciali sleali’ che non consentirebbe più a chi acquista i prodotti di pagarli una cifra inferiore al costo di produzione. Massimo Piva vicepresidente di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, ha posto l’attenzione anche sul problema siccità e delle risaie: "Al momento riusciamo ad andare avanti, ma se il livello del Po non s’innalza il rischio è quello di mettere a rischio una parte della produzione del riso. Nel delta polesano il cuneo salino ha già danneggiato una buona percentuale del raccolto. Speriamo che possa piovere a ‘monte’ del Po".

Mario Tosatti