Stadio Mazza, la Spal sceglie il superconsulente

La società segue la via della Procura per il dissequestro e si affida al professore Gian Michele Calvi, esperto del ponte Morandi

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di Cristina Rufini

FERRARA

L’imperativo è uscire dall’angolo, dall’impasse giudiziaria che ha imbrigliato una fetta dello stadio Mazza per la seconda volta in due anni, proprio all’inizio del campionato che può essere della svolta. E bisogna farlo in tempi celeri per riportare il prima possibile i tifosi a sostenere la squadra. Così ieri amministrazione comunale, proprietaria dell’impianto, e Spal che ne ha l’utilizzo, hanno deciso di imboccare la strada della collaborazione con la Procura e presentare un progetto esecutivo per eliminare le criticità riscontrate nel corso delle indagini sui lavori di adeguamento dello stadio. Per raggiungere l’obiettivo la società biancazzurra presieduta da Joe Tacopina ha scelto di affidarsi – per rimanere in ambito calcistico – a un fuoriclasse dell’ingegneria edile: il professore ordinario di Tecnica della Costruzioni alla Scuola universitaria superiore di Pavia, Gian Michele Calvi. Sarà lui a curare il progetto esecutivo chiesto dal pm Barbara Cavallo, come condizione primaria per poi arrivare al dissequestro della curva est e della copertura della tribuna nord, ovviamente dopo il via libera a progetto prima e lavori poi del consulente della Procura, l’ingegner Carlo Pellegrino. Con una breve nota, la Spal, al termine della riunione con il Comune ha comunicato "di aver affidato al professor Gian Michele Calvi, direttore di Studio Calvi srl e professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso lo Uiss di Pavia, il progetto relativo all’adempimento delle prescrizioni contenute nel provvedimento di revoca del sequestro preventivo dello Stadio ’Paolo Mazza’ di Ferrara emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara il 24 agosto scorso". Scelta chiara: seguire la linea indicata dal consulente della Procura per raggiungere quello standard di sicurezza delle aree ora non ritenute tali. Per avere la piena capienza il prima possibile. Il presidente Tacopina, pochi giorni dopo il sequestro, in un’intervista su queste colonne, aveva pronosticato a gennaio. La decisione presa va in questa direzione. Ma chi pagherà i nuovi lavori che probabilmente non costeranno meno di 30Omila euro? Al momento non è chiaro, ma è molto probabile che sia la società biancazzura a tirarli fuori per poi rivelarsi sugli eventuali responsabili, se ci saranno, delle irregolarità nei precedenti interventi.

La Spal, infatti, così come il Comune, sono parti offese nel procedimento penale aperto dal pm Cavallo, che vede indagate nove persone, tra imprenditori e tecnici che hanno partecipato all’adeguamento dello stadio Mazza, accusati a vario titolo di frode in forniture pubbliche e falso ideologico. Ma se fino a ieri la strada tra indagati e parti offese non era stata così nettamente diversa, come di solito è nei procedimenti penali, da ieri la separazione è chiara. Da una parte Spal e Comune che vogliono il dissequestro in tempi brevi dall’altra alcuni degli indagati che invece continuano a sostenere la bontà delle opere eseguite a suo tempo, quando fu necessario adeguare lo stadio per poter giocare nel massimo Campionato. Non è escluso, peraltro, che qualche legale, come l’avvocato Alberto Bova, che assiste il tecnico collaudatore dei lavori contestati, decida come già annunciato di presentare richiesta di incidente probatorio, perché il giudice per le indagini preliminari nomini un superperito. La società biancazzurra, intanto, il suo superconsulente lo ha già scelto: l’esperto del ponte Morandi, tale da vincere un premio per per l’analisi sulla sua storia e sul tragico crollo.