"Stanno irrigando i campi, il Po in picchiata"

A lanciare l’allarme Filippo Raisi, uomo del fiume che accoglie i pescatori stranieri: "Il livello scende di giorno in giorno, stagione a rischio"

"Stanno irrigando i campi, il Po in picchiata"

"Stanno irrigando i campi, il Po in picchiata"

Vede l’acqua del Po – così dice testualmente – scendere a vista d’occhio. "Hanno fatto defluire lungo tutta l’asta del grande fiume l’acqua verso i canali per irrigare i campi, da Cremona fino al Delta. Il risultato è questo, è sotto i nostri occhi. Cala il livello in maniera vertiginosa, è veramente molto giù", a denunciare questa situazione Filiberto Raisi, 39 anni. Vive a Stellata, frazione di Bondeno, ma la sua vera casa è oltre l’argine, dove una volta c’era un’imponente distesa d’acqua. Una volta, ora si assottiglia, pare rannicchiarsi. Raisi, di Castelmassa, è al timone di una società di clonk extreme fishing, pesca sportiva. Accoglie i pescatori che arrivano da Germania e Austria, anche quelli si stanno assottigliando sotto i colpi della siccità e del clima sempre più folle. "Il Po in questo periodo, al di là dell’ondata di freddo che sta sferzando il paese, un periodo del tutto transitorio che non modifica l’emergenza ambientale che stiamo vivendo ormai da anni – precisa – ha una portata d’acqua paragonabile a quella dei primi di luglio. Siccità e temperature fuori registro, anche i pescatori fanno un passo indietro perché venire sul grande fiume rischia di non essere più un divertimento". In genere la stagione della pesca si ferma nei mesi più caldi, luglio e agosto. "A questo giro – scuote la testa Filiberto Raisi – rischiamo di chiudere già i primi di maggio". Lui lungo il fiume gestisce la società di pesca; Fabio Marchetti con la moglie Patrizia Micai si occupano invece con la loro società delle camere e del ristorante del villaggio turistico ‘Lucciole nella nebbia’. Un punto di riferimento per chi ama andare alla scoperta del Grande Fiume che però sta arretrando, sembra piegarsi sotto le rive. Un paradiso di casette di legno con ristorante, proprio ai piedi della riva. Filiberto Raisi si occupa invece delle barche, dei pescatori che arrivano da Germania e Austria per prendere all’amo i siluri. "Catturano la loro preda, il tempo di fare una foto ricordo dell’impresa e poi il pesce viene buttato di nuovo in acqua. Chi viene qui per pescare, deve fare così". Non c’è posto sulle sue barche per chi il pesce vuole magari portarselo via, per servirlo a tavola. "Grande rispetto anche per loro, ma è una filosofia completamente diversa dalla mia. Qui la natura è al primo posto, con la natura ci viviamo e dobbiamo imparare a rispettarla". Ne sanno qualcosa del suo pensiero anche le nutrie, salgono dall’acqua, si avvicinano come fossero animali domestici, così goffi quando sono all’asciutto. "L’anno scorso – torna ai mesi d’estate, quando la siccità aveva toccato il suo apice – c’è stato anche il razionamento dell’acqua, i paesi hanno varato ordinanze con tanto di orari, usi consentiti e vietati". Pena anche una multa salata. "Nonostante queste difficoltà – aggiunge – il villaggio turistico di Fabio Marchetti e della moglie Patrizia Micai è riuscito a portare avanti la stagione, ad accogliere i villeggianti. Cosa succederà nei prossimi mesi quando già oggi siamo davanti ad uno scenario così drammatico?".

Mario Bovenzi