Tessile, dal 2012 morìa di negozi "Ora salvaguardare i centri storici"

Il presidente di Federazione Moda Felloni: "Ha chiuso il 12 per cento delle attività. Abbattere i costi"

Migration

FERRARA

Quello del commercio di dettaglio è uno dei settori che, negli ultimi anni, ha subito una contrazione maggiore. La pandemia e ora la crisi internazionale esacerbata dal conflitto in Ucraina, hanno fatto il resto. A farne le spese, in particolare, sono stati i negozi che fanno capo alla filiera del tessile-abbigliamento. Un settore sul quale "occorre intervenire con urgenza" per evitare la rarefazione dei punti vendita e per "salvaguardare l’identità dei centri storici". Ne è sicuro Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Ferrara e presidente provinciale di Confcommercio.

Felloni, in termini percentuali, che contrazione hanno subito i negozi di vicinato e, segnatamente, quelli legati al comparto tessile?

"In questi ultimi dieci anni, secondo i dati dell’osservatorio ’Tagliacarne’, le chiusure dei negozi in 120 città italiane medio grandi, nel tessile abbigliamento hanno fatto registrate una contrazione pari al 18,9%. Nella nostra città, tale decremento è stato del 12% in riferimento al periodo tra il 2012 e il giugno 2021. Questo, tuttavia, non significa necessariamente che scompaiano i negozi di vicinato: ad alcune tipologie di esercizi se ne sostituiscono altre come ad esempio l’informatica, i servizi tecnologici, l’alimentare".

I contraccolpi di pandemia e guerra sono pesanti. Come invertire questo trend?

"Nell’ambito dei trasporti del materiale, sarà indispensabile immaginare un taglio strutturale delle accise sul carburante. Anche perché questo, assieme al caro energia, è uno dei fattori che ha maggiori ricadute sul prezzo finale dei prodotti".

Qual è, secondo lei, una possibile ricetta per rilanciare il settore?

"È necessario rafforzare il rapporto fra pubblico e privato, definendo strategie e progetti condivisi di rigenerazione urbana per valorizzare la ripresa in tutte le tutte funzioni, incluse quelle di attrazione culturale. Dobbiamo potenziare la stesura di bandi dedicati. Serve sostenere, con contributi a fondo perduto, le attività di vicinato con una progettualità di sviluppo e con una particolare attenzione alle realtà imprenditoriali giovani e quelle con conduzione femminile".

La rarefazione dei negozi di vicinato cosa comporterebbe?

"Senza i negozi di vicinato si perde la salvaguardia del Made in Italy. Si perdono i contatti e le relazioni umane che il negozio offre, a favore di punti vendita automatizzati e privi di rapporti. Comunque, ci sono segnali incoraggianti, specie da parte dei giovani che hanno voglia di intraprendere. Valorizziamoli".

re. fe.