di Alberto Lazzarini
A un certo punto ha perfino commosso. Lei, la suora manager, autrice di missioni impossibili, capace di spostare le montagne, in grado di convincere i personaggi più duri e difficili, ha fatto capire come sia terribilmente complicata la vita – anzi, rimanere in vita – ad Adwa, nel Tigray etiopico. Stiamo parlando di suor Laura Girotto, missionaria salesiana, rotariana onoraria, ospite nei giorni scorsi di un interclub promosso dal Bologna Valle dell’Idice per raccogliere fondi (una tombola a distanza) a favore della missione di Adwa e del suo ospedale, un diamante che splende nella desolazione di un paese dove, a causa della guerra, di ospedali ne rimane in piedi un pugno soltanto; gli altri sono stati tutti distrutti e con loro migliaia di persone uccise, innumerevoli donne e altrettante bambine stuprate. "Adwa, nel nord della nazione etiope, al confine con i nemici di sempre eritrei, è al centro di un conflitto durissimo e la nostra missione – la missione che possiamo definire senza tema di smentite rotariana – ne subisce infinite conseguenze". Suor Laura freme perché non può essere là in quanto reduce da un paio di interventi chirurgici e anche a seguito delle restrizioni dovute al covid, ma ovviamente è informatissima, in tempo reale, su tutto quanto succede alla sua comunità, a cominciare dalle sue tre consorelle che ’viaggiano’ fra gli ottanta e novant’anni e ai tanti collaboratori laici. Là il problema numero uno, oggi, è dare da mangiare ai 40.000 profughi che sono accampati fuori dalla missione che si è posta come unico punto di riferimento di barlume di vita, di speranza, di futuro.
"Impossibile aiutarli tutti – afferma suor Laura con realismo mentre però tenta di smuovere mari e monti per raccogliere aiuti – Non è facile perché quella nel Tigray è una guerra dimenticata da tutti nonostante sia in atto un autentico genocidio. La nostra missione e l’ospedale tengono duro. Pensate che abbiamo salvato, grazie al reparto materno-infantile, 800 neonati e le loro madri. L’unico sostentamento diretto è dato dall’attuazione del progetto agricolo e dall’apertura del pozzo, tutti realizzati grazie al Rotary. Quella che stiamo vivendo è una lunga, terribile quaresima, ma la pasqua arriverà". A suor Laura, in Etiopia dal 1993, sono stati assegnati numerosi premi e riconoscimenti. E’ sostenuta, in particolare, dall’Associazione ’Amici di Adwa’ che ha sede a Cento. Oggi, mentre stendiamo queste note, la stupenda salesiana è a colloquio con il papa e non mancherà, ha osservato, di ricordargli il grande, convinto contributo offerto dai Rotary emiliano-romagnoli. "I poveri, ha detto ai soci collegati in Zoom, mi hanno restituito un’umanità che stavo perdendo. Mi hanno reso donna, madre e sorella. Mi hanno fatto capire quanto io, occidentale, ho ricevuto senza meriti, e che non mi devo mai lamentare". Poi l’ammonizione e l’incitamento "a fare: il male succede anche perché i buoni stanno zitti". Infine l’augurio pasquale: "Nessuno obbliga a credere e ascoltare Cristo. Ma chi lo fa avrà in dono occhi di speranza e sarà costruttore di futuro. E la pasqua accadrà davvero".