Turismo, Comacchio spicca su tutti. A Ferrara mancano i russi e i cinesi

Rapporto Ires, c’è flessione ma il confronto delle presenze tra 2019 e 2023 mostra la ripresa post covid. Davide Bellotti: "Il dato del capoluogo è in linea con l’intera regione. Mancano in particolare russi e cinesi".

Turismo, Comacchio spicca su tutti. A Ferrara mancano i russi e i cinesi

Turismo, Comacchio spicca su tutti. A Ferrara mancano i russi e i cinesi

Trentamila arrivi in meno a Ferrara, 16mila in più a Comacchio. E’ quanto emerge dal rapporto sul turismo dell’osservatorio emiliano-romagnolo dell’Ires, che ha messo a confronto i dati dello scorso anno con quelli del 2019, evidenziando una generale ripresa delle presenze turistiche post Covid-19, ma non sufficiente per tornare ai livelli pre-pandemici. Il dato di Ferrara segue quello dell’intera regione: 28.816 arrivi in meno rispetto a cinque anni fa (-11,2%) e 8.296 presenze in meno (-1,7%), un calo dovuto in primis alla pandemia e poi ai due conflitti bellici in corso. Rispetto al 2019, infatti, in Emilia-Romagna è in crescita in particolare il turismo proveniente dai Paesi centroeuropei, Germania in testa, ma anche quello che arriva dagli Stati Uniti d’America (quasi 100mila presenze in più nel 2023). In netto calo invece le presenze di turisti provenienti dalla Russia, ovviamente, e dall’estremo oriente (Cina, Giappone, Corea). Il calo dei turisti russi, in particolare, ha un’incidenza importante sul turismo dell’intera regione, visto che fino al 2019 garantivano oltre 700mila presenze annue. Se si guarda alle località balneari romagnole, però, il dato di Ferrara non è neppure così negativo: il rapporto evidenzia il forte arretramento di alcuni "campioni" regionali storici, come Rimini e Riccione, che hanno scontato il drastico ridimensionamento del turismo russo: quasi mezzo milione di pernottamenti in meno sommando i due comuni. Tra queste, si distingue invece in positivo Comacchio: 16.252 arrivi in più (+5,8%) e un incremento di 80.311 presenze (+4%). La cittadina lagunare è il comune con la più forte crescita percentuale dei posti letto di tutta l’Emilia-Romagna, +39,3%, dovuta in modo particolare alla crescita dell’offerta privata; al contrario, invece, Ferrara sconta una riduzione del 3,3%.

"Il dato pesante per la nostra città riguarda quelle 30-40mila presenze cinesi dell’epoca pre-covid che sono totalmente mancanti nel dato complessivo – commenta il presidente di Cna Ferrara, Davide Bellotti -, resta qualche punto da recuperare rispetto al mercato estero tradizionale su cui bisogna tornare ad operare. Ferrara in ogni caso si allinea perfettamente all’Emilia-Romagna intera, tolte alcune punte di eccellenza come Bologna: i mercati su cui si era puntato molto, Russia e Asia in primis, sono ora in difficoltà, e il turismo balneare ne risente parecchio. La nostra provincia ha le carte in regola per fare meglio, considerando che unisce arte, cultura e turismo marittimo: c’è molto da fare sulle modalità di organizzazione di ciò che andiamo ad offrire. Una carta vincente? Costruire un dialogo con Bologna, il cui aeroporto accoglie milioni di turisti, potenzialmente interessati a visitare la nostra provincia".