Versalis presenta il piano industriale "Ancora poca concretezza su Ferrara"

Vertice sul Polo chimico, la delusione dei sindacati. L’azienda: "Svilupperemo nuovi gradi di polietilene"

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di Matteo Langone

"Se non esistesse il problema di Marghera, il piano industriale di Versalis potrebbe anche andare bene". Ma il nodo del cracking veneto è il centro del problema e la sua chiusura sta, di fatto, minando il futuro del settore. Così, il già citato prospetto 2022-2025 presentato dai vertici della società chimica di Eni ieri a Roma è stato accolto tutt’altro che entusiasticamente dai sindacati. Anche perché, è doveroso precisarlo, i numeri snocciolati nelle oltre quattro ore di incontro raccontano di una Ferrara ancora una volta fanalino di coda tra i vari siti in termini di investimenti. Nel prossimo quadriennio, infatti, nella nostra città Versalis ha messo in conto di investire all’incirca 90 milioni di euro (con lo sviluppo di nuovi gradi di polietilene e di gomme Epdm): a Brindisi, in Sicilia, nelle aree Biochem (Crescentino e Porto Torres), a Ravenna e a Mantova più del doppio, ovvero circa 200 milioni a sito. Cifra che sale a 250 milioni per quanto riguarda porto Marghera. "E’ vero che negli ultimi anni si è prodotto uno sforzo importante qui, con la costruzione di un nuovo impianto – commenta Eugenio Benini, funzionario Uiltec Ferrara – ma si poteva anche gettare il cuore oltre l’ostacolo e cercare di consolidare le attività". Ma dall’incontro di ieri, che da Femca Cisl non avevano esitato a definire "cruciale", non è di fatto uscito molto altro. O meglio, nulla di confortante in vista del futuro e, soprattutto, di un mese di agosto in cui sarà difficile intavolare trattative. Urge, dunque, muoversi in fretta per sbloccare la situazione o, il rischio, è dover rimandare tutto a settembre. "Purtroppo – aggiunge Benini – una soluzione concreta per l’impianto della nostra città e di Mantova non è saltata fuori. Abbiamo incalzato i dirigenti sul tema, ma non è stato enunciato nulla di definitivo".

Da quanto si apprende, insomma, Versalis rimane sulle proprie posizioni, garantendo a parole le forniture agli stabilimenti a valle "senza però aver fatto partire gli investimenti necessari", ammonisce ancora il funzionario Uiltec. "Serviva – incalza – partire un anno fa". Nelle parole di Benini c’è sostanzialmente delusione: ci si aspettava un impegno più importante da parte dell’azienda e, allo stesso modo, si sperava in tempistiche diverse, più ridotte. Lo spauracchio, come detto, risponde al nome di agosto. Entro quel mese, infatti, è necessario organizzare l’incontro con il Mise: "Deve essere il Ministero a dettare la linea a Versalis affinché garantisca la fornitura a Ferrara e Mantova – precisa ancora Benini –. Dobbiamo essere bravi a fare tutto entro le vacanze, perché poi il mondo della politica si ferma". L’appello dei sindacati al governo è, dunque, quello di impegnarsi per favorire l’accordo industriale tra Basell e Versalis, anche per scongiurare che un piccolo problema (come il compressore di Priolo) possa nuovamente inficiare la produzione di territori lontani oltre mille chilometri.