FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Willy Branchi, il caso di don Tiziano Bruscagin davanti al giudice

L’ex prete di Goro risponde di calunnia. Ha accusato due fratelli di avere avuto un ruolo nell’omicidio del giovane. Ieri l’udienza preliminare

Don Tiziano Bruscagin, ex parroco di Goro, davanti al tribunale (foto d’archivio Bp)

Don Tiziano Bruscagin, ex parroco di Goro, davanti al tribunale (foto d’archivio Bp)

Ferrara, 22 settembre 2020 - Si è aperta con l’acquisizione di nuovi documenti l’udienza preliminare che vede imputato don Tiziano Bruscagin, ex parroco di Goro, personaggio cardine nella vicenda che ruota intorno all’omicidio di Vilfrido ‘Willy’ Branchi, massacrato a 18 anni nella notte tra 29 e il 30 settembre del 1988.

Il sacerdote è accusato di calunnia ai danni di una famiglia del paese della Sacca. Presunte vittime delle parole del parroco sono due fratelli, Francesco e Alfredo Gianella, oggi parti lese con l’avvocato Dario Bolognesi. Il prete, parlando con il Carlino, li aveva indicati come responsabili dell’omicidio e dell’occultamento del corpo di Willy insieme al padre Ido, oggi deceduto. Quelle dichiarazioni permisero di riaprire le indagini a 26 anni dai fatti.

Alla vigilia della celebrazione dell’udienza preliminare fissata per ieri, la difesa delle persone offese aveva chiesto l’acquisizione di alcuni documenti presenti nel fascicolo d’inchiesta relativo all’omicidio. In particolare si tratterebbe di verbali di sommarie informazioni di persone a cui il don (difeso dagli avvocati Milena Catozzi e Marcello Rambaldi) avrebbe fatto riferimento quando è stato ascoltato dagli inquirenti nell’ambito della nuova indagine per l’omicidio aperta nel 2014.

Il pubblico ministero Andrea Maggioni – titolare sia del fascicolo principale che dell’inchiesta parallela per calunnia – ha prodotto i documenti richiesti e le parti hanno chiesto i termini a difesa per poterli esaminare e valutare la possibilità di richiedere ulteriori carte. Il tutto è stato quindi rinviato al 18 novembre, per entrare nel vivo dell’udienza preliminare. In quell’occasione Luca Branchi, fratello di Willy, si costituirà parte civile con l’avvocato Simone Bianchi.

"La famiglia Branchi sta affrontando questo procedimento con un atteggiamento di neutralità – spiega l’avvocato Bianchi a fine udienza –. Vogliamo capire quali intenzioni abbia don Bruscagin e perché, finora, abbia tenuto questo comportamento. Da parte nostra continuiamo a esortarlo a dire quello che sa. I suoi silenzi non hanno fatto altro che aggravare il dolore della famiglia".

Il procedimento penale per calunnia che vede imputato l’ex parroco corre parallelo al filone principale d’inchiesta, quello per l’omicidio del diciottenne. Un’indagine ancora pendente e che prosegue rapidamente nel massimo riserbo degli inquirenti. Il fascicolo sul delitto conta due iscritti. Si tratterebbe di una coppia di fratelli di Goro (non gli stessi che sono parte lesa nel processo al don).

Fino a pochi giorni fa, in realtà, gli indagati erano tre. Il terzo nome (e unico finora reso noto) era quello di Carlo Selvatico, anziano gorese morto la scorsa settimana dopo un breve ricovero. Secondo gli inquirenti, Selvatico era una figura chiave per cercare di diradare la nebbia che ancora avvolge la morte di Willy. Ma quello che il pensionato poteva dire su questa intricata vicenda – ammesso che non lo abbia già rivelato al pm – ora giace sepolto con lui.