"Zingari interessati ai computer". Bufera sul cartello all’Università

Un cartello razzista contro i "zingari" è comparso all'Università di Ferrara, suscitando indignazione. Il direttore del dipartimento si dissocia e ribadisce l'impegno per un ambiente inclusivo e tollerante.

"Zingari interessati ai computer". Bufera sul cartello all’Università

"Zingari interessati ai computer". Bufera sul cartello all’Università

"Non lasciare incustoditi i pc, è stata notato un particolare interesse da parte di zingari". L’avviso, battuto a computer su un foglio giallo, è comparso nei giorni scorsi su un muro all’interno del Dipartimento di Studi umanistici di Unife, in via Paradiso. Il foglio, firmato ‘il dipartimento’ e datato 18 marzo, è finito immediatamente in rete attraverso la pagina Facebook di Possibile, che ne ha stigmatizzato i contenuti. "Succede a Ferrara negli spazi dell’Università – si legge sulla bacheca di Possibile –. Non ci sono parole per descrivere quanto sia vergognoso questo cartello. Il razzismo deve stare fuori dai luoghi di sapere. Fuori dalle istituzioni. Fuori dalla nostra società. Non se ne può più".

Immediata la presa di distanze del direttore del dipartimento. "In seguito a movimenti inusuali rilevati nell’ultima settimana è stato affisso, con il probabile intento di invitare alla cautela, un cartello con contenuti non autorizzati dal direttore – afferma –. Desidero perciò dissociarmi in modo netto, anche a nome delle colleghe e dei colleghi di Studi umanistici, da alcuni dei contenuti espressi in tale testo, che potrebbero indurre ad attribuire alla nostra comunità atteggiamenti discriminatori e razzisti che non le appartengono, e che anzi sono stigmatizzati e attivamente contrastati in ogni contesto all’interno del Dipartimento.

Il corpo docente e il personale tecnico-amministrativo di Studi umanistici si impegna quotidianamente nella promozione di un ambiente inclusivo, rispettoso e sicuro. I valori di solidarietà e di tolleranza sono alla base del nostro operato, e qualsiasi messaggio che si discosti da questi principi non trova spazio all’interno delle nostre attività".