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Addio a Franco, c’era la famiglia di Daniele Il cugino prete: "Via ogni rancore e sospetto"

Ieri i funerali dell’agricoltore decapitato: il fratello è in carcere accusato di omicidio. Don Giovanni: "Siamo tutti un po’ smarriti"

di Luca Bertaccini

È stato seppellito nel cimitero di Civitella Franco Severi, il 53enne trovato cadavere la sera del 22 giugno vicino alla sua casa colonica a Ca’ Seggio, nel territorio comunale civitellese. Ieri mattina, trascorsi oltre quattro mesi da quella sera, si sono celebrati nel Santuario della Suasia, a Civitella, i funerali dell’agricoltore. Dell’omicidio è accusato Daniele, fratello della vittima, da tempo in carcere. Al funerale hanno assistito anche i tre figli e la moglie di Daniele (insieme a loro Andrea Cintorino, amica di famiglia e parte del collegio difensivo al lavoro per scagionare il 62enne, ex autista di ambulanza); non ci sono stati momenti di tensione tra le parti.

Ad officiare la cerimonia funebre è stato don Giovanni Severi, parroco dell’Unità pastorale del Ronco, cugino della vittima. All’interno della Suasia, di fianco alla bara, è stato esposto un cartellone con sei fotografie dell’agricoltore. Si tratta di immagini che riassumevano le passioni dell’uomo, ritratto con la tuta blu da lavoro, con i suoi cani e con la madre. Il ricordo di famiglia è stato affidato a una delle due sorelle, Milena: "Franco, eri una persona sempre pronta ad aiutare tutti. Ricordo quando caricavi sul trattore mia figlia Chiara e, per farla felice, la portavi ovunque volesse". La sorella ha ricordato quando Franco costruì un "barbecue" da utilizzare durante la mangiate di famiglia. "Tu, Franco, che accudivi i nostri cani come fossero bambini e che hai accudito e coccolato la mamma. Tu che ci dicevi sempre ’andrà tutto bene’. Tutti noi avremmo voluto essere al tuo fianco per proteggerti". Il riferimento, evidentemente, è al momento dell’omicidio. "Il tuo ricordo che voglio portare con me è là, in mezzo all’aia, con la tuta blu, mentre parlavamo di andare a cena tutti insieme. Ciao Francone. Grazie a chi è venuto".

Il Santuario della Suasia era pieno di amici e conoscenti dell’agricoltore. La notizia della morte dell’uomo, queste le parole del cugino don Giovanni, "ci ha resi sgomenti. Inizialmente ci siamo detti ’sarà stata una disgrazia’, poi sono emersi i particolari, in particolare le mutilazioni", cioè il taglio della testa, mai ritrovata, così come l’arma del delitto. "Ti ho visto nascere e crescere con i tuoi fratelli a 100 metri di distanza. Non potevo restare indifferente a quanto accaduto". L’immagine che don Giovanni ha del cugino è nitida: "Ti ho visto sempre e solo al lavoro. Franco, hai lavorato tanto, rivelando grandi capacità. Dato il tuo straordinario amore per la terra, non l’hai mai lasciata incolta". Il parroco ha poi aggiunto di "non sapere" a che punto sono le indagini e di essere "concentrato a pregare. Auspico che la giustizia umana faccia il suo corso".

Daniele da un lato e gli altri fratelli dall’altro sono in lite da anni. A loro don Giovanni ha rivolto un appello quando ha detto di "rasserenarsi". L’invito è quello di "trovare la forza di togliere ogni rancore e sospetto, perché l’odio consuma e spegne ogni speranza, mentre il perdono è sorgente di vita". La persona o le persone che hanno ucciso Francone (questo il soprannome della vittima) "hanno offeso la vita e hanno bisogno della misericordia del Signore. Noi siamo tutti un po’ confusi e smarriti per quello che ti è successo".