
Qui sopra Barbara Asioli, capogruppo di BartnOra. A sinistra la vicesindaca e assessora al bilancio Elisa Leoni
Il bilancio del Comune di Bertinoro è stato approvato il 23 dicembre coi soli voti della maggioranza e una parte dell’opposizione, il gruppo BartnOra, si è scagliato contro la "malagestione" dell’amministrazione comunale che ha portato ad aumenti e a maggiori tasse. Due le delibere portate in consiglio presentate dalla vicesindaca e assessora al bilancio Elisa Leoni, che ha spiegato il perché degli aumenti delle aliquote Imu e Irpef. "Sono stati tagliati i trasferimenti statali – ha esordito –, mentre dal lato della spesa pubblica aumenta tutto il resto, addossando così ai Comuni la responsabilità di fare scelte impopolari, invece che ritenerli anch’essi vittime di queste inefficienze".
L’Imu, nel concreto, rimane invariata, pari al 6x1000, per l’abitazione principale riferita ai fabbricati di categoria A1, A8 e A9 e relative pertinenze e 1x1000 per i fabbricati rurali strumentali. Aumenta dal 9,6 al 10,6 per mille per gli altri immobili (terreni agricoli, aree fabbricati e altri fabbricati). Con questa operazione il gettito stimato è pari a 270.619 euro.
Per l’Irpef, con l’entrata in vigore della riforma sono state rimodulate le aliquote riducendo gli scaglioni da 4 a 3 ed è stato alzato il primo scaglione, da 12.000 a 28.000 euro, a 0,70%; tra 28.000 a 50.000 a 0,75% e 0,80% oltre 50.000. Mentre la soglia di esenzione è stata innalzata a 12.000 euro, contro i 10.000 di prima. Con questa operazione il gettito stimato è pari a euro 316.479.
"A fronte di questo aumento – continua Leoni –, abbiamo scelto di lasciare invariate le tariffe dei servizi educativi e scolastici. Servizi che scontano gli aumenti delle derrate alimentari, dei costi energetici, dell’adeguamento del contratto nazionale delle cooperative, e che abbiamo scelto di coprire con l’aumento delle entrate e non con l’innalzamento delle tariffe".
Di parere opposto i consiglieri Barbara Asioli e Sergio Moretti di BartnOra, che denunciano "l’aumento dei costi dei servizi a domanda individuale (mense scolastiche e nido) di quasi il 17% rispetto all’anno precedente". Nel mirino poi gli investimenti "con interventi finanziati col ricorso a mutui per 837.500 euro nel 2025. Il ricorso a mutui per la quasi totale mancanza di risorse proprie comporta un incremento degli oneri finanziari (interessi) da 9.935,47 euro nel 2023 a 108.688,01 nel 2025".
Sul 17% in più nei servizi, denunciato dall’opposizione, ribatte la vice sindaca. "Si tratta di un adeguamento Istat dovuto – sottolinea –, entrato nel bilancio dello scorso anno, non di questo. L’adeguamento Istat di questo bilancio è dello 0,8%".
Matteo Bondi