Caporalato e truffa, nei guai coop forlivese

Indagati i vertici della società del Bidente per un appalto da 5 milioni a Ferrara. Contestati il lavoro nero e un’evasione milionaria

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Secondo l’accusa al centro della vicenda spicca una maxi truffa per un appalto da 5 milioni di euro e il presunto utilizzo del ’caporalato’ per la manodopera necessaria ai lavori.

Ipotesi di reato che coinvolgono, stando alle indagini della guardia di finanza di Ferrara, la ’Cooperativa del Bidente’, con sede a Cusercoli. La procura estense ha chiuso l’indagine con avvisi di garanzia a sei persone, per le quali ha chiesto il giudizio (deve essere fissata l’udienza preliminare) e nei giorni scorsi sono stati notificati gli atti compiuti nell’indagine coordinata dal pm Andrea Maggioni e dai finanzieri di Ferrara e di Codigoro. In particolare, sono finiti nel registro della procura Elisabetta Zani, di Meldola, Gimmi Ravaglia, residente a Civitella, e Ido Bezzi, pure lui civitellese. I tre (difesi dagli avvocati Nicola Mazzacuva e Mario Di Giovanni) all’epoca dei fatti contestati (2017) risultano ai vertici della Coop del Bidente. Gli avvocati Mazzacuva e Di Giovanni annunciano di "aver già presentato corpose memorie difensive per confutare le accuse".

Gli investigatori, nelle loro risultanze, contestano agli indagati "l’impiego di 148 lavoratori in nero" e "232 irregolari"; le accuse sono di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro" e truffa aggravata "per due milioni"; ossia "soldi pubblici incassati e sub-appalti non autorizzati..." precisano gli inquirenti nella loro richiesta di rinvio a giudizio.

L’inchiesta delle fiamme gialle hanno messo a fuoco i lavori affidati dall’Asl di Ferrara alla Coop del Bidente in occasione dell’emergenza sanitaria a Codigoro, nell’ottobre 2017, per un focolaio di influenza aviaria nell’allevamento avicolo ‘Eurovò, che poi portò alla soppressione di quasi 800mila galline. In tutto gli indagati sono sei; nei guai sono finiti anche legali rappresentanti di un’azienda cesenate e due imprese di Verona, alle quali erano stati concessi, in sub-appalto, i lavori, "senza la preventiva autorizzazione dell’Agenzia regionale Intercent Emilia-Romagna", sostiene ancora la pubblica accusa. I finanzieri avrebbero accertato che dell’appalto da quasi 5 milioni affidato alla coop forlivese, "2 milioni erano stati concessi indebitamente in subappalto alle tre cooperative...".

L’indagine scattano dopo un incidente stradale del 2017, a Ferrara; un furgone con a bordo 12 persone, molte straniere, che avevano lavorato nell’allevamento agricolo di Codigoro, finisce in una scarpata; ma i loro nomi non risultano nei registri dello stabilimento. Gli investigatori scoprono quindi che gli stranieri "venivano reclutati dalle imprese sub-appaltatrici che li pagavano poco o niente...". Complessivamente è stata accertata "un’evasione previdenziale pari a 533.963 euro e un imponibile assicurativo non dichiarato di 894.164 euro...".