QUINTO CAPPELLI
Cronaca

"Ecco come Predappio è stata progettata"

Il professor Ulisse Tramonti illustra la mostra da lui curata sui 100 anni dalla fondazione del paese alla Casa natale Mussolini

Il professor Ulisse Tramonti, penultimo a destra, con il sindaco Roberto Canali al taglio del nastro per l’inaugurazione della mostra avvenuta mercoledì scorso

Il professor Ulisse Tramonti, penultimo a destra, con il sindaco Roberto Canali al taglio del nastro per l’inaugurazione della mostra avvenuta mercoledì scorso

La mostra ‘Predappio 100 - gli anni della fondazione: 1925- 1929’, inaugurata mercoledì scorso a Casa natale Mussolini a Predappio – primo evento del centenario della fondazione della cittadina del Rabbi – è aperta anche oggi e domani, quindi tutti i giorni fino al 27, negli orari 10-13 e 14-18, come poi in tutti i weekend e festivi fino al 15 giugno, come pure dal 20 settembre al 6 gennaio 2026; dal 18 giugno al 14 settembre sarà aperta da mercoledì a domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30.

Spiega il professor Ulisse Tramonti, curatore dell’esposizione: "Come suggerisce il titolo, la mostra si concentra sul percorso di progettazione condotto dall’architetto Florestano Di Fausto a Predappio Nuova, in seguito alla decisione dello Stato di spostare l’abitato da Predappio Alta a Dovìa. Quest’ultima assurge ai fasti mediatici con la visita di Benito Mussolini del 15 aprile 1923, primo atto di fondazione del nuovo centro, e tocca i tre punti fondamentali per lo sviluppo della cittadina: la Casa natale, il cimitero di San Cassiano in Pennino e palazzo Varano. Il 30 agosto 1925 cade la data della fondazione vera e propria, con il posizionamento di una lastra bronzea alla Casa natale, che Mussolini farà poi rimuovere, e la posa della prima pietra di Santa Rosa e di Casa Becker. Da lì in avanti – prosegue Tramonti –, il Genio Civile si occupò dello sviluppo del nuovo paese secondo un criterio ‘lineare’, dove tutto sorgeva tangente all’asse di fondo valle, cioè alla Provinciale Forlì-Premilcuore. Per gli edifici, serviva però l’intervento di un architetto: qui emergono i veri fautori di Predappio, ovvero Giacomo Paulucci di Calboli Barone e Florestano Di Fausto. Quest’ultimo concluse il suo percorso nella cittadina nel 1929. L’auspicio è quello di proseguire il racconto concentrandoci, il prossimo anno, sugli anni ’30 del Novecento, un periodo completamente diverso per il paese".

Al piano terra della Casa natale Mussolini, il percorso verte su Dovìa e sugli avvenimenti del 15 aprile 1923 e del 30 agosto 1925. La sezione è arricchita dai dipinti di Maceo Casadei e di Aldo Severi e da manifesti celebrativi, giornali e documenti dell’epoca. Presente anche uno speciale documentario dell’Istituto Luce, che documentò l’evento della fondazione di Predappio con un filmato di 11 minuti in bianco e nero, senza sonoro.

Al primo piano della sede espositiva, il focus è invece sull’architettura di Florestano Di Fausto, con un confronto tra i progetti realizzati dal Genio Civile e quelli ideati appunto dall’architetto. Aggiunge Tramonti: "La collaborazione con il Comune di Predappio ci permette di raccontare la storia della prima città di fondazione in Italia, che sorse per motivi diversi dagli altri centri, nati in risposta a questioni agrarie o estrattive. Predappio è un caso particolare di città legata al culto di Mussolini".