Forlimpopoli dice addio allo storico hotel Edo

Chiude per sempre l’albergo e ristorante gestito dalla famiglia Persiani da ben 67 anni. Di lì erano passati personaggi come Rita Pavone e Renato Zero.

Forlimpopoli dice addio allo storico hotel Edo

Forlimpopoli dice addio allo storico hotel Edo

Il cartello apposto sulla porta di ingresso dell’albergo ristorante recita ‘Chiuso’ ed è lì ormai da qualche settimana. Oggi però è proprio l’ultimo giorno di Edo, storico albergo e ristorante di Forlimpopoli.

Un pezzo di paese che se na va per sempre. Dopo 67 lunghi anni di gestione della famiglia Persiani, infatti, lo stabile passa di mano e quasi certamente diventerà qualcos’altro.

Era il 1956 quando i genitori di Roberto Persiani aprirono il ristorante La Rocca in pieno centro storico, per poi spostare l’attività, aggiungendo anche l’albergo e cambiando nome, nel 1961, in concomitanza con la prima sagra Artusiana. E lì, in via Mazzini 10, è rimasto finora.

"Io studiavo ingegneria a Bologna – racconta Roberto -, nel 1978 però mio padre e io iniziai a gestirlo. Ora, che vedo gli 80 anni avvicinarsi, penso sia giusto fermarmi, anche perché, fortunatamente, i figli hanno deciso di fare altro nella vita".

A metà settembre Roberto e sua moglie Serena hanno tenuto un piccolo ricevimento per un ultimo saluto al ristorante e all’albergo con gli amici di sempre e le autorità. Per l’occasione sono stati messi in bella mostra i libri degli ospiti dell’albergo, dove trovano posto anche autografi importanti come Renato Zero, Rita Pavone e tanti personaggi, circa un centinaio, che sono passati in tutti questi anni, l’ultimo è stato Ricky Tognazzi un paio di mesi fa.

"Nell’intercapedine di un vecchio tavolo – racconta Persiani – ho anche trovato un menù fisso degli anni ‘60 a 1.000 lire". Non tante stanze per quello che per molti anni è stato l’unico albergo della città e un ristorante a misura di famiglia. Tanti, però, i clienti affezionati che trovavano nella cordialità del gestore un ottimo motivo per tornare tutti gli anni. "Il mese di settembre ho tenuto chiuso – racconta Persiani –, tranne che per un gruppo di svizzeri che viene ogni anno da vent’anni a questa parte. Ci tenevo che potessero tornare un’ultima volta".

Un’attività, la sua, che ha sempre lavorato tanto, sia come albergo che come ristorante. "Dopo il periodo della pandemia – spiega, con una punta di orgoglio, l’ormai ex proprietario – ero tornato a lavorare con il tutto esaurito in ogni momento dell’anno, per questo la società che ha preso ora lo stabile mi ha fatto un’offerta che non si poteva rifiutare (ci ride sopra), anche perché, come dicevo, ho una certa età".

Matteo Bondi