
Il presidente Davide Gorini con la moglie Vilma. Hanno 20 dipendenti
L’interesse si era manifestato già da tempo, tant’è che, lo scorso autunno, l’intera collezione dei divani Busnelli – storico marchio brianzolo, oggi di proprietà del gruppo veneto We.Do Holding – era stata progettata e realizzata a Forlì, nel quartier generale di Gorini Divani, in via Galvani 40. Ieri, poi, la svolta: la stessa holding padovana ha fatto sapere, in una nota, di aver "potenziato il segmento ‘imbottiti’ grazie all’integrazione della società Gorini Divani Srl di Forlì".
L’acquisizione, finalizzata a garantire "una più ampia offerta e una maggiore aderenza alle esigenze della clientela", sarebbe nella formula del contratto di direzione e coordinamento: non implicherebbe, cioè, il trasferimento di proprietà delle quote aziendali, ma prevede che We.Do Holding eserciti l’attività di direzione e coordinamento sulle scelte gestionali e strategiche dell’azienda. Del gruppo veneto – che ha chiuso il 2024 con 275 milioni di fatturato – fanno parte i marchi Arrital, Altamarea, Copatlife, Rotaliana, Diva Divani, Busnelli, Doimo Cucine, We Do Project, Frezza, Dvo, Sitland.
Di proprietà della famiglia padovana Doimo, il gruppo è specializzato nell’arredo d’alta gamma e nell’interior design. "In un mondo globalizzato e caratterizzato da continui capovolgimenti di fronte, se non ci si aggrega e non si entra a far parte di un progetto di più ampio respiro, diventa molto difficile rimanere a galla". A dichiararlo è Ferruccio Tassinari, responsabile commerciale estero di Gorini Divani e principale artefice di quella "spinta verso l’internazionalizzazione" che ha ingolosito i vertici di We.Do Holding.
Nella nota del gruppo, infatti, si sottolinea come l’azienda forlivese – 20 dipendenti e un ammontare di ricavi pari a 3,2 milioni di euro – abbia dalla sua un posizionamento di mercato medio-alto e un forte export, in particolare nei Paesi del Nord Europa. "Grazie a una partnership ormai consolidata su modellistica e produzione – prosegue Tassinari – We.Do Holding ha riconosciuto la nostra eccellenza e le competenze che abbiamo accumulato negli anni: in quest’ottica di condivisione dei nostri valori, saremo più pronti ad affrontare le sfide del mercato".
Lo stesso Davide Gorini, presidente dell’azienda da lui fondata più di 30 anni fa, è convinto che, specie di questi tempi, l’unione faccia la forza. "L’ingresso in un gruppo strutturato e con un piano industriale innovativo – dice – ci restituisce una visione futura stimolante. Avere una strategia di business allargata porterà al nostro brand maggiore notorietà e una spinta più forte verso l’internazionalizzazione". A proposito di mercati internazionali, Tassinari sottolinea come il primo trimestre 2025 si sia rivelato particolarmente propizio per l’export verso gli Stati Uniti: l’incertezza sui dazi, più volte paventati dal presidente Usa Donald Trump, non è riuscita ad avere la meglio (almeno per ora) sul successo di cui il ‘made in Italy’ continua a godere oltreoceano.
Maddalena De Franchis