MAURIZIO BURNACCI
Cronaca

I motivi di una tragedia. Il giudice: "Nessun clima vessatorio in ospedale. Fatta un’onda mediatica"

Uscite le argomentazioni della sentenza del tribunale di Trento in gennaio assolse i due medici dirigenti della dottoressa 31enne scomparsa nel marzo 2021.

Uscite le argomentazioni della sentenza del tribunale di Trento in gennaio assolse i due medici dirigenti della dottoressa 31enne scomparsa nel marzo 2021.

Uscite le argomentazioni della sentenza del tribunale di Trento in gennaio assolse i due medici dirigenti della dottoressa 31enne scomparsa nel marzo 2021.

Il dottor Tateo "era autoritario". Ma c’è non nessuna prova che che lui e la sua vice, Liliana Mereu "avessero creato un clima tossico e dannoso per i colleghi all’interno del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara Trento".

Questo il sunto delle motivazioni firmate dal giudice Marco Tamburrino, che il 31 gennaio scorso ha assolto i due medici "perché il fatto non sussiste". Il caso Sara Pedri si chiude, al momento, così. Con gli argomenti del giudice racchiusi in 175 pagine. Ma il succo è quello: non c’è la prova di quel "sistema oppressivo fatto di vessazioni verbali, costrizioni lavorative e gravi offese" che aveva invece riscontrato la procura trentina, che aveva quindi chiesto la condanna per i due medici a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni per entrambi, per i reati di maltrattamenti, stalking e mobbing sul luogo di lavoro. L’inchiesta era stata innescata dalla scomparsa della 31enne dottoressa forlivese, il 4 marzo 2021.

L’accusa ipotizzò che Sara si possa essere suicidata gettandosi nel lago di Santa Giustina, sempre in Trentino, proprio a seguito di quelle angherie in reparto. Lei non avrebbe retto e si sarebbe tolta la vita: il 3 marzo s’era dimessa dal suo incarico. Poi, dopo gli ultimi messaggi alla famiglia e al fidanzato, di lei si son perse le tracce. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Il giudice per l’udienza preliminare Tamburrino osserva ancora nelle sue motivazioni che "l’ipotesi dello stalking, in particolare, è da escludere, dato che non era mai stata formalizzata con querela da parte di medici e ostetriche del Santa Chiara". Il magistrato trentino rimarca così "il forte dubbio" in merito alla stessa "attendibilità e credibilità" dei colleghi di Sara. Per una di loro il giudice Tamburrino ha addirittura disposto la trasmissione degli atti in procura per le valutazioni dell’ipotesi di "falsa testimonianza".

Il resoconto di Tamburrino ammette "gli attriti in reparto"; atteggiamenti che però "non sempre erano interpretati in modo corretto dai sottoposti, se non in un’ottica di mera punizione o persecuzione". Per il tribunale inoltre "severità e autorità non devono essere confuse con asserite condotte maltrattanti...". Tamburrino appone quindi il suo sigillo su tutta la storia: "Una triste vicenda diventata un’onda mediatica... ma gli atti processuali non restituiscono una responsabilità penale...".

Maurizio Burnacci