
Il vice questore Maccaro: "Tre persone ora sono ’sorvegliate speciali’ e indossano il bracciale elettronico"
Nel 2023 gli ammonimenti da parte della Questura di Forlì-Cesena nei confronti di persone che hanno usato violenza (in questo caso parliamo soprattutto di violenza domestica e stalking) erano stati 17, nell’anno ancora in corso siamo già a quota 48 ("E altri due ne emetteremo nei prossimi giorni", anticipa il primo dirigente della Questura Maurizio Maccora). Sono 3, invece, le misure di sorveglianza speciale emesse da inizio 2024: a differenza dell’ammonimento, si riferisce a persone giudicate particolarmente pericolose e solitamente sfocia nell’applicazione del braccialetto elettronico. I dati forniti dalla questura nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza di genere parlano di un aumento esponenziale che non significa, però, necessariamente un aumento della violenza: "C’è più sensibilità – sottolinea Maccora – e le donne sono più propense, fortunatamente, a denunciare a chiedere misure che le tutelano. Inoltre la legge Roccella ha ampliato le casistiche che possono indurre ad applicare la misura dell’ammonimento". Una sottolineatura: tra gli ammoniti ci sono anche tre donne, tutte per stalking, ma in nessuno dei tre casi del 2024 lo stalking era rivolto a un uomo o aveva origini sentimentali, infatti si parla di atteggiamenti persecutori tra vicini di casa e in ambito scolastico.
"L’ammonimento – spiega Maccora – corrisponde a un ‘cartellino giallo’ rivolto agli uomini che stanno attuando comportamenti allarmanti. È dimostrato che in molti casi è sufficiente a interrompere la spirale della violenza. Quando, invece, gli uomini perseverano nei loro atteggiamenti, ecco che i loro reati diventano procedibili d’ufficio e chi li commette rischia addirittura il carcere. L’ammonimento, inoltre, riesce a prevenire nel tempo il procedimento penale, risultando più rapido, dato che non richiede che venga sporta denuncia".
"Abbiamo visto tantissimi casi, di ogni genere, la maggior parte localizzata nel forlivese – racconta il primo dirigente –. Abbiamo, ad esempio, il caso di un uomo che, dopo aver seguito una terapia ospedaliera, ha cominciato a perseguitare la sua terapeuta, andandola a trovare continuamente in ospedale, mandandole decine di messaggi e recapitandole ogni genere di regali". Solo un corteggiamento pressante? A volte il confine è sottile, ma Maccora non ha dubbi: "Quando l’oggetto di queste attenzioni è costretto a cambiare le sue abitudini di vita e si sente in qualche modo minacciata, ci troviamo di fronte a un abuso e bisogna intervenire".
Poi c’è il caso "di un camionista campano che, dopo aver intrapreso una relazione con una donna forlivese, ha cominciato a usarle violenza e, a storia finita, ha preso a minacciarla in ogni modo, anche scrivendo messaggi inquietanti sui social. Una notte si è fermato sotto casa di lei con il suo camion e ha cominciato a strombazzare senza sosta".
Un punto importante da evidenziare: non esiste un identikit dell’uomo violento: "Sono italiani e stranieri, di ogni estrazione sociale e di ogni età". Non sono esenti nemmeno gli uomini in divisa: "A Forlì abbiamo il caso di un rappresentante delle forze dell’ordine che ha fatto stalking a una collega: gli è stata tolta l’arma ed è stato trasferito".