OSCAR BANDINI
Cronaca

Il pudore del giorno dopo. Nei paesi dei Severi in pochi si schierano: "Mai un delitto così grave"

Viaggio nella ValBidente. Il sindaco Milandri: "Fatto di sangue senza precedenti, tutti ancora colpiti". In paese però c’è chi ammette: "Daniele colpevole". Don Enrico Casadio, parroco a Meldola: "C’è ritegno a parlare, per rispetto".

Il pudore del giorno dopo. Nei paesi dei Severi in pochi si schierano: "Mai un delitto così grave"

Il pudore del giorno dopo. Nei paesi dei Severi in pochi si schierano: "Mai un delitto così grave"

Il giorno dopo la sentenza della Corte d’Assise di Forlì che ha decretato l’ergastolo per Daniele Severi, colpevole di avere ucciso il fratello Franco, nei paesi del condannato e della vittima, Civitella e Meldola, la voglia di parlare non è tanta.

"Al di là della sentenza di primo grado della magistratura che va rispettata – commenta il sindaco di Civitella, Claudio Milandri – ancora non riesco a capacitarmi, a distanza di quasi due anni dal ritrovamento del corpo di Franco, dell’enormità di un episodio di sangue che mai negli ultimi decenni aveva colpito la nostra comunità. Bisogna risalire al periodo finale del conflitto mondiale, quando violenze di ogni tipo erano frequenti. I miei concittadini – aggiunge il sindaco Milandri – nella prima fase delle indagini, quando il fatto è rimbalzato sui media nazionali, sono riusciti sempre a dare una immagine positiva del paese, anche se la maggioranza di loro è sempre stata colpevolista. In queste ore però della sentenza si parla pochissimo".

Una visione popolare colpevolista che emerge all’edicola di viale Roma; dall’altra parte però c’è una minoranza robusta di persone che invece propende palesemente per l’innocenza di Daniele Severi. Nelle altre due edicole invece, in via Farneti e in via Costa a Cusercoli, nessuno rilascia commenti.

Non manca poi chi si dichiara "stupito dello scarso rilievo che l’episodio ha avuto nella fase del ritrovamento del cadavere senza testa nei media nazionali, soprattutto nelle trasmissioni televisive del pomeriggio, che di solito affrontano proprio i temi più scabrosi con dovizia di particolari anche macabri".

A Meldola la situazione non cambia di molto, come ci dicono in alcuni negozi di viale Roma. "Le persone non ne parlano a partire dai miei parrocchiani– ci dice don Enrico Casadio della comunità cristiana cattolica meldolese –, e anche nel bar che frequento, si parla d’altro, di sport e di elezioni. Si tratta forse di un atto di pudore nei confronti della moglie e dei figli di Daniele Severi, molto conosciuti in città".

Ritornando a Civitella, Cristiano Zambelli, noto gestore del Barracuda young di piazza Matteotti, frequentato da Franco Severi e chiamato a testimoniare con altri 20 di Civitella durante il processo, ci fornisce una sua personale lettura del fatto che della sentenza se ne parla ancora poco. "I colpevolisti forse erano in maggioranza prima della sentenza, anche se nelle fasce più anziane prevaleva invece la tesi innocentista. Ora però ho pochi elementi per capire se la sentenza sia giusta o meno".